Cassani si è divertito: «Il Collio propone “muri” belli tosti»

«Quelli del Collio sono muri duri, belli tosti: la tappa arrivata sul monte Quarin a me è piaciuta molto».
La benedizione arriva dal commissario tecnico della Nazionale di ciclismo Davide Cassani, che in questi giorni ha seguito l'Adriatica-Ionica Race conclusasi ieri pomeriggio a Trieste. La principale novità di quest'anno è stata sicuramente la frazione che ha incoronato i saliscendi tra Dolegna, San Floriano e Cormons come le "Fiandre italiane", e il commissario tecnico dell'Italia non trova sbagliato comparare questi percorsi a quelli delle classiche belghe. La domanda è d'obbligo: i "muri del Collio", come li ha definiti patron Moreno Argentin, possono diventare importanti come quelli delle grandi corse del Nord Europa? «Sono belli duri, tosti - risponde Cassani -: devo dire che ho trovato delle strade poco trafficate ed adatte ai ciclisti, la tappa arrivata sul monte Quarin a me è piaciuta molto».
Ma il ct ha gradito nel complesso l'intera kermesse nella quale la nostra regione ha vissuto un ruolo da protagonista con gli arrivi di Grado, Cormons e Trieste e la partenza di una delle tappe dalla fortezza di Palmanova, Patrimonio mondiale Unesco. Corsa che, come anticipato proprio alla ripartenza da Cormons dallo stesso Argentin, il prossimo anno potrebbe toccare nuovamente la città collinare visto il grande successo di pubblico nella due-giorni tra monte Quarin e piazza XXIV Maggio. «Sarebbe bello - ha detto l'ex campione del mondo e organizzatore della AIR - che il prossimo anno possa esserci una nuova tappa nel Collio magari abbracciando anche la Slovenia con la contigua Brda».
Proprio per le specificità della Adriatica Ionica Race, capace di valorizzare scalatori, scattisti e velocisti in soli cinque giornate, è arrivato in regione al seguito della carovana anche il ct Cassani, già azzurro negli anni Novanta e poi apprezzato commentatore televisivo prima di diventare appunto il selezionatore della Nazionale. Cassani, quale può essere il futuro di questa corsa che punta in futuro ad unire Adriatico e Ionio? «Argentin sta facendo un gran bel lavoro, queste sono gare a tappe che fanno bene al nostro movimento: tra l'altro in questi cinque giorni abbiamo visto dei percorsi davvero variegati, dalle strade bianche di Grado alle salite importanti e spettacolari fino agli strappi del Collio. C'è stato un mix di quello che il ciclismo richiede adesso, quindi tutto è stato molto bello». Qual è il suo giudizio su Remco Evenepoel, il giovane fenomeno fiammingo messosi in mostra proprio in questi giorni con la vittoria di tappa sul monte Quarin? «È un corridore che è destinato a diventare un grande: ha dimostrato nonostante la giovane età, appena 19 anni, di essere veramente forte. Ma lo sapevamo già da un po' perché comunque alla fine tra i professionisti aveva già messo in mostra le sue qualità evidenziando di avere qualcosa in più degli altri».
Un giudizio sulle prestazioni dei ciclisti italiani in questa competizione tra Veneto e Friuli Venezia Giulia? «Non abbiamo fatto grandi cose ma ha corso una bella Adriatica-Ionica Nicola Conci (22enne del team Trek-Segafredo, ndr): qualcosa di positivo si è visto, è anche vero che abbiamo tanti corridori impegnati al Tour de France. Qualche indicazione buona è comunque arrivata». —
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