Donda lascia il fischietto per la bici

cORmons
Da arbitro con un possibile futuro in serie A alla decisione di mollare tutto per dedicarsi alla passione per il ciclismo. E' la storia che arriva dal Collio: protagonista l'ormai ex giacchetta nera Nicola Donda, che a 29 anni era ormai molto più di una promessa in ambito nazionale con il fischietto in bocca. Da tempo infatti era inserito nell'organico degli arbitri della Can di Serie C, con la possibilità di poter fare a breve il grande salto nel mondo dei sogni della A. Quest'estate, però, è maturata in lui una scelta davvero singolare: lasciare il calcio e l'arbitraggio ("ma sono ancora un tesserato" precisa) di alto livello per dedicarsi anima e corpo alla due ruote indossando la divisa amatoriale del Collio Bike Team, la società di mountain bike di Cormons che proprio con l'arrivo di Donda ha aperto una sezione dedicata al ciclismo su strada.
Ma come è maturata l'idea di lasciare i caldi stadi della serie C per farsi abbracciare dall'amore per il ciclismo?
«Ho dato le dimissioni per motivi di lavoro - racconta Donda, impiegato in un'agenzia di servizi funebri - purtroppo non ce la facevo più a coniugare esigenze professionali con impegni sportivi così significativi come l'arbitraggio a quel livello: significava dover dirigere partite in tutta Italia ogni settimana, e stavo usufruendo di tutte le ferie per questo motivo. Il problema, purtroppo, è che a livello di serie C gli arbitri non hanno uno stipendio adeguato all'impegno gravoso: siamo tenuti a svolgere come i calciatori una vita da professionisti ma l'arbitraggio non assicura un introito tale da poter vivere solo di quello. Ad un certo punto ci si ritrova quindi a dover fare delle scelte di vita: la mia è stata quella di lasciare. Così ora posso dedicarmi all'altra mia grande passione: il ciclismo appunto». Una scelta comunque controcorrente, se si pensa che il signor Donda di Gradisca ("ma il prestigio che avevamo come sezione di Cormons era enorme in Italia" aggiunge) era davvero uno dei fischietti più apprezzati in C: «Avrei potuto puntare alla serie A - conferma - ma nella vita non si può fare tutto: quest'anno poi il problema del Covid ha complicato ulteriormente le cose per il mondo arbitrale, ci si doveva sottoporre a tamponi continui. Insomma, tirando le somme ho deciso di fermarmi». Ora, quindi, Nicola si dedica a manubri, salite e discese: «Andavo in bici ormai da dieci anni per diletto - evidenzia - ed ero già iscritto ad un'altra società, la Cicli Mian: quest'anno poi ho conosciuto la realtà della Collio Bike Team, della quale mi sono innamorato. C'è voglia di crescere, di far conoscere il territorio e di divertirsi: ingredienti che mi hanno convinto. Assieme ad alcuni compagni qualche mese fa abbiamo scalato lo Zoncolan: dalla Mossa dove abito sono 230 chilometri in tutto tra andata e ritorno, è stata una faticaccia ma anche una grande soddisfazione conquistare quella vetta». E Donda mette già nel mirino i prossimi appuntamenti: «A maggio una gara a Cividale, a giugno la Sportful Dolomiti Race». Nicola ha fischiato l'avvio del secondo tempo della sua vita sportiva. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo