Gautieri: «Triestina, continuiamo insieme per dare alla città la serie che merita»

Il tecnico riconfermato: «Partirò già dal ritiro con una rosa e un progetto. Voglio solo chi è disposto a crederci»
Lasorte Trieste 28/10/19 - Serie C, Triestina - Alma Juventus Fano
Lasorte Trieste 28/10/19 - Serie C, Triestina - Alma Juventus Fano

TRIESTE Oggi è una giornata speciale per Carmine Gautieri. Non solo festeggia un compleanno importante come quello dei 50 anni, ma celebra anche i nove mesi esatti dalla sua prima panchina sulla Triestina, quel successo sul Padova dello scorso 20 ottobre foriero di un rapporto positivo con l’Unione, sfociato ora nel fresco rinnovo contrattuale con un biennale.

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Gautieri, la prima cosa che le viene in mente dopo il rinnovo?

Che c’era tanta voglia di continuare questo matrimonio da parte di entrambi, siamo contenti sia io che la società. E penso anche la piazza, perché avverto in giro che la gente ha apprezzato il mio lavoro. Ora concentriamoci sulla prossima stagione.

Si riparte con l’obiettivo di vincere il campionato?

Certo, Trieste non può fare la serie C, merita palcoscenici più importanti. Sono convinto che se ci avessero concesso quel rigore a Potenza, avremmo potuto riuscirci già quest’anno. Vuol dire che il prossimo dobbiamo fare il possibile per soddisfare la piazza e la società».

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L’impressione è che con Trieste ci sia stato subito feeling: è una sensazione esatta?

Sì, tra me e Trieste si è creato subito un legame importante, c’è tantissimo affetto. Anche da questo deriva la grande voglia di rimanere qui: Trieste è una bella città, con persone civili, una piazza che ti mette nelle condizioni di lavorare bene, perché anche nei momenti negativi c’è sempre grande rispetto.

Il bilancio di questi nove mesi in alabardato?

Sicuramente positivo, ma ciò non toglie che bisogna tentare di fare sempre meglio, ed è ciò che ho detto ai ragazzi. Prima del Covid eravamo una squadra che stava girando a mille, potevamo guadagnare ancora tante posizioni, con risultati positivi che arrivavano sempre attraverso le prestazioni, tanto che in quel periodo eravamo primi per punti fatti. Insomma la squadra aveva trovato una mentalità importante, vincente.

Atteggiamento che ha ritrovato anche alla ripresa?

Sì, lo avete visto tutti, alla ripresa ho ritrovato la stessa mentalità. E allora vuol dire che sono riuscito a incidere e a inculcare ai ragazzi questa voglia di vincere. Poi qualcosa che non va nel verso giusto c’è sempre, anche qualche risultato negativo, soprattutto all’inizio, perché è vero che ho trovato una rosa importante, ma bisognava ancora mettere a posto tante cose.

Nella prossima stagione, però, avrà il vantaggio di lavorare con la squadra fin dal ritiro: con che spirito?

La mia cultura è questa: già dal ritiro bisogna partite con gli uomini che sai che faranno parte della rosa e del progetto. Se devi lavorare con giocatori che non rientrano nei piani, è inutile farlo, perdi solo tempo, tanto questi prima o poi se ne andranno.

Insomma, se qualcuno non rientra nei piani, glielo si farà capire subito?

Un allenatore deve concentrarsi sui giocatori su cui sa che punterà. Naturale che devi allenare tutti, avere una gestione perfetta che va nell’interesse della società, ma per me è molto più utile concentrarsi su chi si ha intenzione di puntare per far andare avanti il progetto Triestina, a costo di partire all’inizio solo con 15-16 giocatori. Bisogna fare scelte, come ho fatto io a campionato in corso. Chi non fa parte del progetto, si troverà un’altra sistemazione.

La base sarà sempre il 4-3-3?

Sì, la base è sicuramente il 4-3-3, che all’occorrenza può variare in corso d’opera. Nelle due partite di play-off abbiamo fatto in gran parte il 4-3-3. ma a tratti abbiamo giocato anche con il 4-2-4 e il 4-1-3-2.

Quali tasselli mancano per essere da primo posto?

La base è importante, ma sappiamo bene che va migliorata. Ho la fortuna che anche Milanese vuole migliorare, vincere e crescere sempre. Parleremo in settimana per il mercato, ha sempre cercato di accontentarmi, sia al Varese che quest’anno. Quindi so che se chiedo qualcosa, se lui la può fare, la fa. —
 

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