Gradella: «Tra mille contraddizioni budget sforato di soli 20 mila euro»

TRIESTE. «Non volevo tornare su situazioni che mi hanno fatto star male, ma vengo ancora tirato in ballo per giustificare parte del passivo della Triestina, e allora basta. Non voglio creare polemiche, ma spiegare nel dettaglio i fatti, che sono incontrovertibili e testimoniabili».
Roberto Gradella, diesse della Triestina fino allo scorso gennaio, quando la dirigenza alabardata lo cacciò incolpandolo degli scarsi risultati della squadra, ora che Cergol e Puglia non sono più alla guida dell’Unione ma comunque nell’occhio del ciclone, racconta la sua versione dei fatti per i quali si è sentito spesso tirare in ballo.
Gradella, partiamo da quest’estate e dai costi per fare la squadra: com’è andata?
«Cergol, Puglia e Vidal mi hanno affidato un budget per i giocatori: premesso che di ogni operazione veniva informato Puglia, perché è lui che firmava i contratti e non certo io, sono rimasto nei limiti della cifra assegnatami, compreso perfino l’ingaggio di Godeas. Se il budget è stato leggermente sforato, è solo perché Cergol dopo un’amichevole mi ha imposto di prendere Pimazzoni. Sia chiaro che qui non si giudica il valore dei giocatori, sto solo raccontando com’è andata».
Poi inizia il campionato e c’è subito un’altra operazione.
«Sì, lo scambio Taddeucci-Sessolo col quale risparmiamo 5mila euro, oltre a un appartamento in meno, visto che Sessolo vive a Pordenone».
A inizio ottobre arriva Rossitto: cosa succede?
«Intanto il nuovo staff tecnico, il cui arrivo è deciso da Cergol, Puglia e Vidal, ha ovviamente portato un aggravio di costi. Comunque mi viene chiesto di confrontarmi con Rossitto e Turci per vedere quali giocatori sacrificare, perché bisognava risparmiare 50mila euro: valutiamo insieme e individuiamo chi potrebbe andare via e chi prendere, per un’operazione che comporti quel risparmio. Assieme a Del Prete che collaborava con la società, prepariamo un documento con tutti i dettagli con tanto di mail spedita l’11 novembre. Ne vado a parlare con la proprietà».
La risposta?
«Cergol mi dice di bloccare tutto perché entro pochi giorni avrebbe venduto la società: a quell’epoca il potenziale acquirente era Vivian. Faccio presente che occorre liberare per tempo i giocatori, sia per i tempi tecnici degli svincoli sia per dare loro possibilità di accasarsi, ma da quel momento non mi si dice più nulla sui tagli, casomai di parlarne con i nuovi proprietari. Sembrava che Cergol dovesse vendere da un giorno all’altro».
Però se ne vanno Bortolotto e Da Ros…
«E le loro dismissioni portano a risparmiare altri 35mila euro. Quando Cergol torna a dicembre da uno dei suoi viaggi, ormai era tardi per far andar via altri giocatori. Però mi si dice di rimpiazzare i due attaccanti».
Da dove vengono i famosi arrivi di dicembre?
«Burato è un’operazione fatta da Vivian e Puglia. Prendiamo Bussi che ha un costo modesto, 3500 euro fino a maggio, e anche per Rossitto poteva bastare così. Ma salta fuori il nome di Depetris, sul quale Puglia preme in modo insistente: mi impone di prenderlo a tutti i costi anche se gli faccio notare che non ci serviva e costa il doppio di Bussi. Ricordo che la firma ce l’ha Puglia, non certo io: come avrei potuto prendere giocatori senza l’avallo della società?».
Con quali motivazioni l’hanno mandata via?
«Oltre al discorso del mercato che ho appena esposto e sul quale ho ribattuto, mi è stato detto che non ero una guida forte per Rossitto, che avrei dovuto indirizzarlo maggiormente nelle scelte. Capito? E pensare che ho sentito che ad esempio Stentardo sarebbe stato un mio protetto: curioso, quando c’ero io non giocava, adesso si».
La morale della vicenda?
«Nella Triestina si è vissuto per mesi in mezzo a mille contraddizioni. In ogni caso, dell’enorme buco creato, sul budget giocatori si è sforato al massimo di 20mila euro, e comunque per scelte non mie. Qui ora si parla di 400mila euro di buco: uno scempio ignobile, nel quale non voglio venire tirato in ballo».
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