La Triestina cede nell’overtime, così al Rocco finisce il sogno B

TRIESTE Finisce con gli alabardati a terra stremati davanti alla sciarpata della Furlan che li applaude. La serie B è del Pisa con la sua curva in festa. Ma il sogno del popolo del Rocco non è finito. Perché una stagione così comunque non si cancella. Nonostante l’altalena di emozioni lasci l’amaro in bocca anche per un rigore su Procaccio non fischiato.
L’overtime è letale perché dopo l’1-1 dei primi 100’ l’Unione gioca in dieci per l’espulsione di Lambrughi nel finale del secondo tempo. I toscani passano e non c’è nulla da dire perché l’Unione è stata spiazzata dalla tattica di D’Angelo e dalla tensione mentale dei primi 45’.
Poi ha recuperato nella ripresa con un rigore di Pablo ma ha commesso un’errore fatale su una verticalizzazione con ingenuità di Codromaz e l’espulsione del capitano. Troppo per vincere un play-off contro una squadra accorta e cattiva al punto giusto. La generosità degli alabardati nel finale fa parte del dna dei ragazzi di Pavanel.
Il Rocco è un catino rossoalabardato. Massimo Pavanel rispetto a mercoledì cambia sulla fascia: Petrella al posto di Mensah e Procaccio a sinistra, la sua posizione naturale. A centrocampo il tecnico preferisce il dinamismo di Steffè all’esperienza di Maracchi. Sull’altro fronte invece D’angelo cambia assetto: rinuncia al trequartista Minesso con tre soli difensori e cinque sull’asse centrale a sostegno delle punte Marconi e Masucci.
LA PARTENZA I ritmi non sono quelli della sfida di Pisa. La Triestina manovra di più ma gli avversari la mettono giù dura. Comunque c’è tensione e gli appoggi sono imprecisi. Il Pisa verticalizza e su un incerto Lambrughi, Offredi respinge in uscita Marconi (20’). È la prima grande occasione del Pisa. La Triestina risponde subito con affondo di Petrella con intervento in extremis di Meroni(quasi rigore).
LA SVOLTA L’impressione è però che l’Unione si adegui al gioco, anche un po’ sporco, voluto da D’Angelo. E arriva il gol: rimessa cross, spizzata di Marconi e intervento vincente di Masucci (26’). Malomo esce in barella (gioco fermo per 5’) ed entra Codromaz. Alabardati indubbiamente sotto choc e intontiti dal doppio episodio ma anche dalla tensione del match. Il Pisa gestisce a suo piacere la gara e cerca il raddoppio che sfiora al 45’ con Masucci in leggero ritardo. L’Unione è come un pugile che barcolla ma non cade.
#TriestinaPisa #serieB brutta botta per Malomo, che non ce la fa Sostituito da Codromaz pic.twitter.com/yLhVa0bHYI
— Il Piccolo (@il_piccolo) 9 giugno 2019
I CAMBI Nella ripresa Pavanel si gioca la carta Mensah per Petrella e Maracchi per uno spento Steffè. Lo stadio è ancora vivo. E anche l’Unione è meno timida. Maracchi viene atterrato da De Vitis: è rigore al 10’ e Granoche non sbaglia. Il Rocco respira, anzi esplode. D’Angelo perde Meroni (entra Buschiazzo) e Liotti per crampi. Non è un bel segno. Dentro Verna per Liotti e Minesso per Birindelli, e infine Pesenti per Masucci. La Triestina è più brillante e Costantino cicca in area a botta sicura (30’).
Rosso per Lambrughi. TRIESTINA in 10. E adesso 10 leoni. TriestinaPisa
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Il ROSSO Ma al 35’ succede il patatrac: Marconi sfugge a Codromaz e si invola steso da Lambrughi: per il capitano il play-off finisce. Triestina in dieci. Esce Granoche ed entra Bolis con Coletti a fare il centrale. Situazione complicata, molto complicata. E infatti su una ripartenza il Pisa con Marconi di testa colpisce la parte alta della tarversa. L’Unione però ha ancora la forza di entrare in area e Procaccio finisce giù tra le proteste.
OVERTIME LETALE Si comincia con Beccaro per Procaccio. Ma al 2’ il Pisa passa: Offredi smanaccia un cross sulla testa di Benedetti e Marconi gira in rete.
Con la forza della disperazione l’Unione si getta in avanti con grande generosità. Sull’incursione di Beccaro, Costantino ci mette il piede ma Gori è pronto a sventare il pareggio. Ultima fatica con un intervento sospetto in area su Costantino ma Sozza sorvola.
Grazie a tutti per le Condò..glianze (copyright @StreGattaccio73)
— Paolo Condò (@PaoloCond) 9 giugno 2019
Pavanel protesta e viene espulso. La Triestina nonostante tutto si getta all’assalto dei pisani. In contropiede come da logica segna Gucher all’11’. Giù il sipario. Peccato, alla prossima volta.
Alla fine, assieme ai suoi ragazzi, Massimo Pavanel si è preso il meritato applauso della curva Furlan e di tutto lo stadio. La sconfitta ai supplementari con il Pisa, per giunta arrivata in inferiorità numerica, non può certo cancellare una stagione fantastica. Naturalmente delusione e rabbia ci sono, è evidente, ma c’è anche l’orgoglio di aver condotto una grande annata e di aver riportato a Trieste l’entusiasmo per l’Unione. E, cosa non di poco conto, il mister ha subito incassato in diretta da parte di Mauro Milanese la conferma per il prossimo anno, a testimoniare il buon lavoro svolto. Ma, come detto, resta la soddisfazione per una grande annata e di aver riportato un grande pubblico al Rocco.
«Riportare entusiasmo a Trieste era quello che sognavo – dice Pavanel - anche se poi il sogno finiva in un’altra maniera... Peccato, ci siamo andati vicini, ma non serve piangere, abbiamo dato tutti noi stessi, per tutto l’anno siamo stati grandi uomini e grandi giocatori facendo un campionato strepitoso, oltre le aspettative. Siamo arrivati davvero a un passo dal traguardo, e comunque nei novanta minuti non siamo stati sconfitti. Anche quello è un forte motivo di orgoglio. Per il resto nulla da rimproverare ai miei ragazzi».
Poi, un’amara costatazione su come vanno le cose quando il “Rocco” è strapieno: «Vorrei vedere Trieste sempre così, con questo entusiasmo. Mi dispiace che tutte le volte o quasi che la città risponde in questa maniera poi non ha quello che merita, ma abbiamo fatto di tutto per riuscirci». Il tecnico alabardato passa poi ad analizzare la partita: «Per i primi 23 minuti siamo stati nella metà campo del Pisa, l’abbiamo gestita bene fino a quel momento, poi i nostri avversari sono usciti e alla prima occasione hanno fatto gol. Lì è normale, abbiamo avuto un momento di difficoltà, ma ne siamo venuti fuori.
#TriestinaPisa #serieB ci sorprendono in contropiede Lambrughi costretto al fallo da ultimo uomo ROSSO restiamo in 10 a 8’ dalla fine
— Alberto Bollis (@abollis) 9 giugno 2019
Nel secondo tempo abbiamo giocato molto bene, fino all’espulsione di Lambrughi eravamo bene in partita, poi quell’episodio ha cambiato nuovamente gli equilibri». Ma anche dopo, in inferiorità numerica, la Triestina se l’è giocata: «Anche in dieci ci siamo messi tatticamente in due modi differenti e avevamo trovato buoni equilibri. Siamo stati bravi, non è che non ha funzionato qualcosa in particolare, è che gli episodi in queste partite fanno pendere la bilancia da una parte o dall’altra». Inevitabile pensare a quel possibile rigore nel finale su Procaccio: «Non so se era rigore quello nel finale, dovrei rivederlo. Sono attimi, l’arbitro pensa e fa andare una stagione da una parte e dall’altra, ma è un uomo e ha fatto la sua scelta. Poi vedremo se giusta o sbagliata. Qualche problema di brillantezza fisica? Diciamo che ci sono giocatori importanti e non sostituibili, che hanno fatto quattro partite in dodici giorni: normale che qualcuno non sia stato molto brillante. Un paio avevano i crampi alla fine, ma come ho detto non posso rimproverare niente a nessuno. La conferma da parte di Milanese? Ne parleremo con calma, sono cose che vedremo dopo».
La scelta tattica iniziale di D’Angelo non ha sorpreso comunque Pavanel: «Il Pisa ha giocato altre volte così, quando ho visto che non c’era Minesso non ero sorpreso, a noi non ha cambiato nulla, anzi, abbiamo mantenuto meglio forse il predominio. Certo ci sono stati troppi scontri al limite, abbiamo un naso rotto e il trauma cranico di Malomo. Alcuni scontri andavano bloccati subito, poi quando prendi quel metro di misura si va avanti cosi».
È finita nel peggiore dei modi la “serata della verità” vissuta dalle migliaia di tifosi rossoalabardati accorsi al Rocco o incollati davanti alla tv. Iniziata con un entusiasmo che non si vedeva dalle parti di Valmaura da un sacco di tempo, attorno alle 21 la situazione si è infatti totalmente capovolta, con i pisani a fare festa sugli spalti assieme ai giocatori nerazzurri. Sulla parte destra del terreno di gioco i calciatori della Triestina stesi a terra, mani sul volto, rincuorati dagli applausi di curva e tribune. La maratona di 120 minuti si è quindi conclusa così, come nessuno avrebbe voluto. Un tour de force nella canicola di questo giugno equatoriale iniziato per i tifosi accorsi al Rocco molto prima del fischio d’inizio e che ha visto entrambe le curve riempirsi per lo meno 45 minuti prima del via. “Siamo qui per te” il coro più gettonato dai tifosi toscani, prontamente ribattuto da un classico “Voi siete come Livorno” da parte della curva giuliana.
Il popolo rossoalabardato soffre assieme alla squadra, va sotto e si rianima a inizio ripresa con il gol su rigore di Granoche. La squadra è stanca, così come alcuni cori che partono dalla curva di casa. Di tutt’altro tenore invece la verve della curva ospite. «È una delusione atroce – questo il commento a caldo del presidente del Centro Coordinamento Triestina Club Sergio Marassi – nonché un anno di lavoro gettato alle ortiche. La Triestina ha disputato un primo tempo sottotono, mentre dalla ripresa in poi, se fossimo rimasti in parità numerica, credo che avremmo potuto spuntarla noi. È una vergogna però che certi personaggi dai comportamenti molto poco sportivi calchino il terreno di gioco – continua Marassi riferendosi evidentemente ai giocatori pisani che hanno fatto ricorso più e più volte a un gioco ostruzionistico – giocando sporco dal primo all’ultimo minuto. Faccio un appello al pubblico presente questa sera a continuare a stare vicino alla squadra perché la società se lo merita».
Di poche parole Lorenzo Campanale, portavoce della Furlan: «Non sarà di certo una sconfitta a piegarci. Noi come curva abbiamo dato il massimo e altrettanto abbiamo ricevuto dai giocatori in campo. Dispiace, ovviamente, per com’è finita, ma almeno siamo soddisfatti per aver riavvicinato la squadra alla sua città e viceversa». Delusione alle stelle anche nel commento post-partita di Michele Bertocchi, a capo del folto Triestina Club – Bar Capriccio: «Purtroppo, dopo un campionato giocato in crescendo, ci siamo fermati proprio nella partita decisiva. Avevamo segnato due gol a Pisa, pertanto i presupposti per fare bene c’erano tutti, ma la tensione e forse il caldo ci hanno giocato un brutto scherzo. Da presidente di un club con 225 iscritti mi sento però di muovere una critica a chi, alla fine, ha concesso tutti quei biglietti alla tifoseria ospite quando noi a Pisa ne abbiamo avuta solo qualche centinaia. Una sproporzione decisamente esagerata che ha permesso al Pisa di giocare quasi in casa. Rimango fiducioso nella proprietà, che ha saputo risollevarci dai miasmi della serie D fino a permetterci di giocare i play-off per la serie cadetta e confido di poter vedere la serie A nel giro di cinque anni».
Ad assistere alla partita dell’anno anche l’attuale assessore regionale all’Ambiente Fabio Scoccimarro, storico tifoso dell’Unione: «A caldo questa sconfitta rappresenta una delusione, per il risultato e non di certo per l’impegno profuso dai giocatori rossoalabardati. Sportivamente parlando il Pisa ha fatto una grande partita. Ora ripartiamo da due certezze. Il nostro fantastico pubblico e uno stadio rinnovato per un futuro radioso». E c’è tanto rammarico fra i tifosi storici che affollano gli spalti, come Filippo, tessera di abbonamento numero due, mentre si avvia mesto all’uscita assieme al piccolo Jacopo: «Loro sono stati più squadra di noi questa sera, mentre noi eravamo forti negli episodi. Tutto sommato, anche se la delusione è immensa, mi sento di dire che forse non siamo ancora pronti per questo tipo di partite secche».
Un abbraccio con Pavanel e una battuta scherzosa stemperano la tristezza per il sogno accarezzato e non colto. Mauro Milanese in sala stampa ha appena confermato il tecnico di Portogruaro per la prossima stagione. La conferenza stampa del venerdi aveva in qualche modo preparato il terreno anche all’ipotesi peggiore, ovvero la mancata promozione. Con parole sempre accompagnate dal sorriso, Mario Biasin aveva rasserenato tutti sull’ambizione della società, a prescindere dalla immediata promozione in serie B. Il pubblico di Trieste lo ha capito, le lacrime versate dalla marea biancorossa al Rocco sono un mix di tristezza e orgoglio per una città che improvvisamente si è riscoperta innamorata del calcio. Dall’amore lungo migliaia di chilometri di Mario Biasin, dall’esperienza e dalla volontà di Mauro Milanese, ripartirà l’Unione che tenterà la scalata alla serie B l’anno prossimo. E Mario Biasin in questi giorni triestini ha fatto conoscere la città e il morbin triestino anche al socio in affari Anthony Di Pietro, co-proprietario del Melbourne Victory.
È finita. Fine del sogno. Grazie ragazzi, grazie muli. Grazie lo stesso. Ci proveremo di nuovo. #TriestinaPisa pic.twitter.com/fn51w2wnjg
— Il Piccolo (@il_piccolo) 9 giugno 2019
Mauro Milanese, ieri, dopo la partita, è stato il primo a presentarsi in sala stampa, una presenza rincuorante per tutti, la prima vittoria al di là della grande amarezza è aver riportato 20mila persone al Rocco. «Dispiace tantissimo, in questi casi quando si perde è normale che la società venga a dire qualche parola» esordisce Milanese: «Ebbene, io voglio dare grande fiducia al nostro pubblico, è cresciuto nell’anno, si è comportato benissimo e siamo tra i pochi stadi in Italia senza barriere. Pian piano saremo rodati per un calcio così a Trieste, senza barriere, sono orgoglioso dei triestini e dello spettacolo regalato questa sera». La cara vecchia Unione è andata veramente vicina all’impresa, solo i tempi supplementari hanno negato l’urlo di gioia nell’anno del Centenario: «Tutti volevamo la serie B ma ripartiamo da alcune cose che ci rasserenano e il pubblico è una di queste. Poi la volontà di Biasin di riprovarci e la conferma di mister Pavanel per il prossimo anno»: le parole piu’ belle da sentire per i tifosi, che dopo anni di fallimenti vedono presente e futuro come una cosa sola. «Ci riproveremo. Anche la Juve ha fallito più volte la Champions ma non per questo molla.
La direzione è quella, vogliamo cercare la serie B. I ragazzi ce l’hanno messa tutta, siamo rimasti in 10 e secondo me l’arbitro non ci ha dato un rigore che in altra condizione avrebbe dato. Il confine sottile tra vincere e perdere. La cosa importante è che la società dia solidità e chiarezza alla gente. Spero che arrivi ancora qualche tifoso in più il prossimo anno e credo che noi abbiamo accumulato esperienza utile. Ci sono tante cose positive nonostante un dolore atroce sul fronte personale».
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