Laezza “Highlander” dei canestri conquista l ’ottava promozione

Dalla Partenope agli anni con la Pall. Trieste fino all’Alimentaria Gorizia in D «A 43 anni suonati mi diverto ancora e mi è passata l’intenzione di smettere»
Di Roberto Degrassi

TRIESTE. L’Highlander dei canestri è nato a Napoli. L’Highlander dei canestri adesso però abita a Trieste e lavora nel ramo assicurativo. L’Highlander dei canestri ha 43 anni suonati, è all’ottava promozione e non ha mica intenzione di fermarsi qui.

La promessa di Nello Laezza suona quasi da minaccia agli avversari: «So che alla mia età c’è gente che ha smesso di giocare da un pezzo ma io mi diverto ancora e vado avanti. E giunto alla terza promozione negli ultimi quattro anni mi sono convinto pure che porto buono...»

L’ultima salita è dalla serie D alla C Silver con l’Alimentaria Gorizia. Un’avventura nata in un contesto che non c’entra nulla con la palestra. «Stavo all’Aquapark di Grado con la famiglia e ho incontrato Mac Tomasi, capitano degli isontini. Mi ha chiesto: “Perchè non vieni da noi”? Avevo da poco chiuso il capitolo monfalconese e il giorno dopo ero già al tavolo con il presidente Rosso. Gli ho detto: “Pres, con me vi prendete in casa un problema...” E lui: “Cioè?” “Le mie squadre vengono promosse”. Rosso quasi mi abbracciava: “Proprio quello che sto cercando!”»

LA COLLEZIONE La lista delle promozioni conquistate da Laezza è così lunga che lo stesso Nello per rievocarle deve chiedere un assist a...Wikipedia. «Ho vinto un campionato con la società di casa, la Partenope Napoli, poi sono salito in A1 con Verona, ci sono riuscito anche con la Pallacanestro Trieste nella quale ho trascorso anni bellissimi ed è la città dove ho messo radici, sono stato promosso anche con Sassari, Rieti, Pordenone, Monfalcone e adesso Gorizia». Sono otto. Impossibile pretendere una classifica: l’esperienza a Trieste è stata la più esaltante per i risultati ma le ultime, assicura Laezza, hanno un sapore speciale, proprio perché conquistate a 40 anni e passa. L’avventura con l’Alimentaria che ha riacceso un entusiasmo che si stava spegnendo. «Si è riaccesa una fiammella. Mi sento parte di una famiglia e mi gratifica vedere che durante i play-off correvo più dei ragazzini...» A proposito di ragazzini, c’è un altro Laezza che potrebbe lasciare il segno tra qualche tempo. «Mio figlio ha 10 anni e gioca a basket, con i Ricreatori a Trieste. Non so se vorrà diventare un giocatore, adesso è ancora in quell’età in cui si scelgono uno sport e una squadra per stare insieme agli amici».

TONUT Di promesse vere o presunte Nello Laezza in 25 anni di basket ne ha viste tante da poterci riempire un elenco. Qualche anno fa a Monfalcone ha tenuto a battesimo anche Stefano Tonut. «Fa un certo effetto vederlo partire in quintetto in una semifinale scudetto e giocarla da protagonista. Me lo ricordo ragazzino, accompagnato in palestra da papà Alberto. Si era messo in testa di voler schiacciare e lo prendevo bonariamente in giro: “Ma non provarci nemmeno con il pallone grande...intanto comincia con una pallina da tennis”. Dopo un po’ di tempo schiacciava anche con il pallone da basket e toccava a lui sfottermi. “Nello, vedi che ce la faccio?”. Oltre al talento, il ragazzo ha carattere. Spero che Venezia arrivi a giocarsi la finale. Stefano può migliorare ancora. Se ci crede, quello capace che ce lo ritroviamo tra un po’ pure nella Nba».

@degrax

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