Mondelli, il canottiere dal volto gentile stroncato da un osteosarcoma alla gamba

Oro nel 2018 e qualificato per Tokyo. Bandiere a mezz’asta al Coni 
Alberto Dolfin

il personaggio



Un campione che ci ha lasciato troppo presto. Filippo Mondelli avrebbe compiuto 27 anni il 18 giugno e nell’estate dei sogni avrebbe dovuto far rotta verso Tokyo. Una vita votata al canottaggio, che l’ha visto mettersi al collo tre medaglie iridate e tre continentali, con l’oro mondiale del 2018 a Plovdiv a brillare più di qualunque altra gemma. Un’ulteriore impresa l’aveva compiuta l’anno successivo, qualificando l’imbarcazione del quattro di coppia per i Giochi con Andrea Panizza, Luca Rambaldi e Giacomo Gentili: il viaggio in Giappone era in tasca.

Nel gennaio del 2020 però, Filippo è costretto a fermarsi e a scendere a terra per un osteosarcoma alla gamba sinistra. Così come era abituato a fare a suon di vogate, il canottiere lombardo delle Fiamme Gialle affronta la nuova sfida, lontano dall’amata acqua, senza dimenticarsi del sorriso sfoggiato per i podi più belli. Il 14 febbraio, sul profilo Instagram, ha condiviso le sue ultime foto, con Mihajlovic, preso a modello per come ha saputo sconfiggere la leucemia. Due settimane fa, il 13 aprile, Filippo era stato eletto quale più votato tra i rappresentanti degli atleti nel Consiglio nazionale Coni, che ieri ha issato a mezz’asta le bandiere.

Col suo sorriso scolpito nello spirito, i suoi compagni d’imbarcazione cercano l’impresa all’Olimpiade dell’estate ventura. Filippo non ha mai smesso di supportarli, facendogli sempre sentire la propria vicinanza, ricambiata lo scorso 11 aprile da Simone Venier, Andrea Panizza, Luca Rambaldi e Giacomo Gentili che, conquistato il gradino più alto del podio agli Europei di Varese, hanno dedicato l’europeo al prodiere che non li ha mai lasciati.

A chi gli chiedeva cosa volesse dire la vita senza il suo amato sport, Filippo rispondeva così: «Stare lontano dal canottaggio è dura, mi manca tutto, ma la mia famiglia mi sta sempre vicino e lotta con me per sconfiggere il cancro. I miei amici mi aiutano a combattere, restituendomi il sorriso sulla faccia. I miei compagni mi supportano e mi fanno sentire come se facessi ancora parte della squadra». A Tokyo, nei loro cuori, ci sarà anche lui. —

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo