Raf Rinaldi cura i muscoli al Villaggio Olimpico

TRIESTE. Dalle sue parti transitano da tempo i muscoli e gli arti degli atleti di elite. Per i Giochi di Londra il triestino Raffaele, anzi, ora Raphael Rinaldi, ha triplicato gli sforzi, incentivato il servizio, maturato nuove esperienze. Classe 1972, divenuto fisioterapista a Trieste ma specializzatosi poi all'estero in Fisioterapia dello sport, tra le sedi di Melbourne e varie città dell'Inghilterra, Raffaele Rinaldi figura attualmente nello staff, di elite anche esso, dei servizi medici del Comitato Organizzatore delle Olimpiadi, la task force di un centinaio di specialisti sparsi tra il Villaggio Olimpico e i suoi ambulatori. Si lavora intensamente in questi giorni e raramente c'è spazio per la pausa del thè. Per Raf Rinaldi, dotato oramai di un accento british, l'intensità del lavoro non è mai stata un problema, anzi, ha rappresentato una prerogativa della sua carriera, un percorso tradotto prevalentemente all'estero, tra Master e soprattutto vari contatti (e contratti) con realtà sportive professionistiche in vari campi: «Attualmente alle Olimpiadi sono anche di supporto ai vari team medici delle nazionali – spiega Raffaele Rinaldi – o, all'occorrenza, per le rappresentative che ne sono sprovviste, un quadro che rientra nelle direttive del Comitato Internazionale Olimpico. Nomi degli atleti su cui ho dovuto intervenire in questi giorni? Non lo posso rivelare ma sono nomi che abitualmente trovano posto sulle copertine..».
Ha nostalgia di Trieste il dottore emigrato a Londra e lo dimostra apertamente nel clima dei cinque cerchi, quasi invocando gli atleti “muli”, da chi non ha conquistato la qualificazione a quelli distanti dalla sua sede operativa: «Amo particolarmente l'atletica e speravo nell'arrivo del maratoneta Diego Cafagna, mio grande amico, un peccato – ha aggiunto – e non posso nemmeno incontrare le veliste, sono ospitate ben distanti da qui; posso limitarmi solo a tifare per loro e ricordare così la mia Trieste». Ha nel cuore la città ma ha in serbo anche cartoline niente male per il sistema italiano lavorativo: «La mia professionalità è stata apprezzata all'estero, in Italia ho incontrato solo muri. Oramai mi sono ambientato ma Trieste non la scordo mai, questo è sicuro». (f.c.)
Riproduzione riservata © Il Piccolo