Triestina, ecco Beccaro

"Sono un centrocampista con il vizio del gol"
PRANDI-FOTOPIRAN-CAMPODARSEGO-CAMPODARSEGO-ADRIESE.beccaro tra boscolo berto e ballarin
PRANDI-FOTOPIRAN-CAMPODARSEGO-CAMPODARSEGO-ADRIESE.beccaro tra boscolo berto e ballarin

TRIESTE. È stato il primo nuovo arrivo a essere ufficializzato dalla Triestina: Marco Beccaro, classe 1989, mezzal, arriva da due stagioni al Mestre.
Beccaro, come è nato l’approdo a Trieste?
«Avevo varie proposte ma ho sempre detto al mio procuratore: “Portami alla Triestina”. Penso che sia una piazza difficile da rifiutare, sono felice di cominciare una stagione importante anche per la società che festeggia il centenario».
Si può definirlo un grande step per la sua carriera?
«In effetti è un grosso passo avanti: ho giocato in tante piazze, ma sinceramente Trieste è tutta un'altra cosa: basta pensare che quando si arriva al Rocco vengono davvero i brividi. E con lo stadio rinnovato sarà sempre più dura per gli altri venirci a giocare».
In passato ha avuto qualche screzio con la tifoseria alabardata: cosa vuole dire a riguardo?
«Questo ci tengo davvero a chiarirlo: io non ho mai avuto assolutamente niente con i tifosi triestini. Tutto l’equivoco deriva da un episodio di un paio di anni fa».
Quale?
«Giocavo nella Luparense, la Triestina stava lottando per la salvezza e al Rocco alla penultima giornata stava vincendo per 1-0. Poi nel finale pareggiai io su rigore. Fui contestato, mi dissero che avrei dovuto tirarlo fuori visto che per noi non contava niente, ma io sono un professionista, quando gioco per una maglia dò tutto. E di fronte avrebbe potuto esserci qualsiasi squadra, non ho segnato certo perché era la Triestina. Anzi, ho sempre ammirato i tifosi alabardati, che meriterebbero categorie superiori. Quindi stiano tutti sicuri: darò tutto per questa maglia e per dare loro tante soddisfazioni».
Dopo tanti anni di D lo scorso anno la serie C: quali le differenze?
«Innanzitutto penso ci sia più agonismo con ritmi più alti. Poi ovviamente ci sono giocatori più forti, gente esperta che ha fatto anche categorie superiori. E poi ho notato differenze nelle piccole cose, quelle malizie in più per perdere tempo o prendere un fallo, che nell’arco dei 90 minuti possono fare la differenza. E che magari in D, con più giovani, non c’erano».
Da attaccante a mezzala: come è nato il cambio di ruolo?
«A metà della stagione di serie D, quella della promozione, Zironelli mi ha spostato mezzala nel 3-5-2: è un ruolo che mi piace perché sono più nel vivo del gioco e posso sfruttare le mie capacità di inserimento. Infatti ho i tempi giusti perché per tanti anni ho fatto l’esterno offensivo, segnando anche parecchi gol. Anzi, con la Luparense ho addirittura giocato da prima punta, poi come ho detto c’è stata questa trovata di Zironelli che mi ha spostato più dietro».
Ha anche un gran feeling con il gol e con i calci piazzati, vero?

«Di gol ne ho fatti quasi 100 in carriera, mi piace segnare ma sono anche altruista e amo fare assist: alla fine l’importante è che vinca la squadra. Mi piace più attaccare che difendere. E nei calci piazzati è vero: ho sempre tirato rigori, punizioni e corner».
Con che ambizioni partirà la Triestina?
«La società vuole far meglio dell’anno scorso, ma credo che l’obiettivo principale sia vincere la partita della domenica e pensare subito a quella seguente, per poi vedere dove siamo. Del resto una Triestina non può che puntare in alto per il suo blasone. L’importante sarà creare subito entusiasmo».

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