Appello dell’ambasciatrice serba a Roma «Amici italiani dateci una mano»

Parla Ana Hrustanovic: "L'alluvione ha sconvolto il Paese e la vita quotidiana di ogni singolo cittadino. Ma siamo un popolo forte: se ci state vicini ci risolleveremo"

BELGRADO. «Questo è un appello», una richiesta di «solidarietà in nome del popolo serbo alla società italiana, sempre solidale». Non usa perifrasi, l’ambasciatrice di Belgrado a Roma, Ana Hrustanovic.

Hrustanovi„ che va subito al punto perché la situazione nella Serbia abbattuta dalle inondazioni è gravissima. Come aiutare? Portando aiuti nella legazione a Roma o nei consolati serbi. Oppure donando. A disposizione, il conto dell’ambasciata (IBAN: IT 86 I 02008 05120 000400724321, SWIFT: UNCRITM1723, Banca UniCredit) oppure PayPal (floodrelief@gov.rs).

Ambasciatrice, cosa prova osservando le immagini del disastro?

Anche adesso quando parlo mi trema la voce. E tutti qui in ambasciata lavoriamo 24 ore su 24 per Obrenovac, Svilajnac, Ub, Smederevska Palanka, per tutti i paesi serbi colpiti, per le decine di migliaia di persone rimaste senza tetto, per i 25mila sfollati. E anche per tutti quelli che non ci sono più.

Cosa si può fare concretamente per dare una mano?

La mia intenzione, attraverso Il Piccolo, è quella di lanciare un appello alla solidarietà rivolto ai cittadini italiani, alla società civile, alle imprese, perché ci lega una lunga amicizia. Il nostro governo, i nostri cittadini, le migliaia di volontari stanno facendo il massimo. Ma è difficile lottare contro la natura. Abbiamo bisogno dell’aiuto, dell’appoggio degli amici. Come l’Italia.

Cosa serve al momento?

Tutto, ma soprattutto medicinali, indumenti, prodotti per disinfezione. E fondi per ristrutturare il nostro bellissimo Paese. I Balcani e la Serbia sono ancora deboli economicamente.

Teme che questa catastrofe possa avere un impatto tragico sul progresso della regione?

Questa catastrofe, mai vista da 120 anni a questa parte, sicuramente andrà a influire molto sulla vita quotidiana di ogni cittadino della Serbia e sull’economia. Ma mi piace pensare, e ne sono sicura, che siamo un popolo forte e spero che anche dove oggi ci sono estreme difficoltà troveremo la forza per ricostruire e uscire da questa tragedia, il più presto possibile. Per questo anche un piccolo aiuto serve, perché non è solo un sostegno materiale, ma ci darà la forza per andare avanti.

La comunità internazionale, Ue in testa, si è mossa abbastanza rapidamente per sostenere la Serbia?

Credo che l’Ue si stia muovendo per darci una mano ed è necessario. Mi limito a sottolineare che i contributi di tutti i Paesi amici europei e oltre sono molto importanti. E voglio ringraziare il governo italiano e il ministero degli Esteri per l’aiuto offertoci praticamente subito dopo le inondazioni. Ma ci sarà ancora bisogno, nei prossimi giorni e mesi, che saranno difficili, mesi chiave per la ripresa della Serbia. Anche i serbi in Italia si sono già mobilitati. Tengo a ringraziare i rappresentanti delle comunità serbe in tutta l’Italia, che si sono mosse subito, da Roma a Milano e Firenze, fino al Veneto e al Friuli Venezia Giulia, le due regioni più attive, per organizzare e raccogliere aiuti e donazioni. Pure a loro va il nostro ringraziamento. Anche nei fatti sono vicini al loro popolo che sta soffrendo.

La tragedia delle alluvioni ha colpito in maniera drammatica anche la Bosnia, che sembra però più in difficoltà nell’attrarre aiuti. Belgrado può dare una mano ai vicini?

C’è già un forte coordinamento tra i Paesi colpiti da questa grande alluvione, con Bosnia-Erzegovina e Croazia. Siamo tutti colpiti dalla stessa catastrofe.

(s.g.)

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