Indotto da 18 milioni di euro grazie al Cirque du Soleil a Trieste

Venduti quasi 72 mila biglietti con 40 repliche per un pubblico proveniente da 100 Paesi. La città ha guadagnato anche una maggiore consapevolezza e una nuova location nell’area urbana

Uno dei momenti del Cirque su Soleil a Trieste
Uno dei momenti del Cirque su Soleil a Trieste

Un indotto da 18 milioni di euro, una nuova consapevolezza relativa al potenziale della città e un’area urbana che ha dimostrato di poter ospitare eventi artistici di alto profilo. Sono queste le eredità principali lasciate dall’esperienza del Cirque du Soleil a Trieste nell’area del Porto Vecchio.

Come era stato già evidenziato al termine del mese di repliche, lo spettacolo “Alegría - In a New Light” è stato visto da 71.697 spettatori, ma a distanza di due settimane abbondanti dalla chiusura dell’evento live più visto nella storia del Friuli Venezia Giulia, il Teatro Rossetti, la Regione e il Comune di Trieste hanno tirato le somme dell’esperienza.

Fedriga: "Ritorno economico di 18 milioni di euro dal Cirque du Soleil a Trieste"

Detto che il bilancio presentato è apparso sin dall’inizio più che positivo, il dato economico dei 18 milioni di euro lasciati sul territorio dall’iniziativa rappresenta senza dubbio la voce più importante della presenza del Cirque du Soleil a Trieste, ma i numeri, pur essendo oggettivi, non possono raccontare tutto.

Il Cirque du Soleil a Trieste sfiora i 72 mila biglietti, iniziato lo smontaggio del Gran Chapiteu in Porto Vecchio
Il numero con i mangiafuochi durante lo spettacolo. Foto Lasorte

E proprio dietro a quel numero, si nasconde un mondo, quello che il presidente del Rossetti, Francesco Granbassi, ha definito «l’eredità immateriale del Cirque»; un’eredità fatta di rapporti personali e professionali (per tutti, dagli stagisti fino agli artisti), ma anche di consapevolezza. La consapevolezza è quella raggiunta dal Teatro Stabile e da Trieste che, se ce ne fosse stato bisogno, hanno capito che osare è possibile. Pur nella consapevolezza che la compagnia canadese è una delle più famose del mondo, portare 40 repliche in una città periferica da 200 mila abitanti rappresentava un rischio.

Come però era già successo con “Il Fantasma dell’Opera”, la posizione geografica e la dimensione demografica non sono stati un limite, anzi, forse sono stati un punto di forza. Grazie ai nuovi collegamenti aerei diretti e alla centralità a livello europeo, gli spettatori internazionali non sono mancati, come non sono mancati quelli delle regioni del sud Italia.

Dandino, il trapezista del Cirque du Soleil: «Così ho inventato il finale volante di Alegría»
Dandino Tuniziani, il trapezista del Cirque du Soleil che ha inventato il finale di Alegría, lo spettacolo che ha reso la compagnia circense celebre in tutto il mondo. Foto Bruni

C’è poi il capitolo relativo alla location: «Quando l’anno scorso è stato presentato il progetto non sapevamo ancora dove avremmo allestito lo spettacolo. Poi la collaborazione con Coop Alleanza 3.0 ci ha permesso di portare il Cirque nella parte più centrale della città», ha ricordato Granbassi aggiungendo che l’area di Porto Vecchio ha rappresentato un valore aggiunto perché facile da raggiungere con i mezzi pubblici e con il treno

 Elemento questo che la candida per altri eventi. Quali saranno, ancora non è dato saperlo, ma sia il sindaco Roberto Dipiazza, sia il governatore Massimiliano Fedriga hanno assicurato il loro pieno appoggio a nuove iniziative. E anche Rete ferroviaria italiana ha dato la propria disponibilità a favorire ulteriori progetti. Il direttore Rfi del Fvg Carlo Di Giuseppe, ricordando i lavori che verranno realizzati in quell’area, ha detto: «Il nostro cantiere ripartirà con delle limitazioni perché in prospettiva potrebbero esserci delle novità». A buon intenditore, dunque, poche parole.  

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