Croazia, Milanović giura ed è presidente: no ai populismi, sì al dialogo inclusivo

ZAGABRIA Via dalla pazza folla. In una breve e austera cerimonia a Zagabria, il socialdemocratico Zoran Milanović ha giurato ieri a mezzogiorno sulla Costituzione diventando il quinto presidente della Croazia dall'indipendenza raggiunta nel 1990. Nel discorso inaugurale, Milanović ha voluto fare una forte distinzione tra il patriottismo come «un senso di appartenenza nazionale costruttivo e inclusivo» e un «crudo nazionalismo» che ha collegato ai contemporanei populismi diffusi in Europa. Il nuovo presidente croato ha messo in primo piano del suo mandato quinquennale la lotta contro «le falsità, contro ogni discriminazione e contro il clientelismo». Accanto alle istituzioni, ha indicato «la scienza, la magistratura e la stampa» come quelle parti della società che hanno il ruolo cruciale di combattere le deviazioni sociali e politiche.
In politica estera, nella quale il capo dello Stato croato ha rilevanti competenze, Milanović ha annunciato che nei contatti con gli altri Paesi si concentrerà sui punti di «cooperazione e di sviluppo, che sono sicuramente molti di più di quelli che dividono, inclusi quei Paesi con i quali abbiamo ancora molte questioni irrisolte». Chiaro qui il messaggio alla Slovenia con cui la Croazia ha ancora aperto il contenzioso per la definizione dei confini marittimi e terrestri e alla Serbia con la quale, negli ultimi mesi, i rapporti sono diventati molto tesi anche a causa del generale riarmo a cui i due Paesi sono ricorsi da qualche anno a questa parte.
Il discorso e la cerimonia di giuramento, durati poco meno di venti minuti, si sono svolti al Palazzo presidenziale con appena una cinquantina di invitati. In questo modo Milanović si è distaccato dalla tradizione che vedeva gli insediamenti dei presidenti croati con molta pompa, all'aperto, in Piazza San Marco, sulla quale si affacciano i palazzi del Parlamento, del governo (Banski Dvori) e della Corte costituzionale, con la partecipazione di circa tremila invitati. Ieri tutti gli occhi erano puntati sulla premier dame, la moglie del capo dello Stato Sanja Musić Milanović, che esibiva un abito color carne della nuova collezione Varteks che sarà presto in vendita creata dalla stilista croata Martina Vrdoljak. I gioielli che sfoggiava, invece, provengono dalla nuova collezione del designer croato Nenad Sovilj, chiamata Metamorphosis. Come si vede una scelta assolutamente autarchica e inattaccabile se non nei gusti non proprio avvicinabili alle ultime passerelle dell’alta moda di Milano o di Londra.
Premier dame che, secondo i media, potrebbe avere un ruolo molto importante considerando che il suo modello di “moglie del presidente” è Michelle Obama che ebbe modo di conoscere personalmente quando Milanović era premier e si recò a Washington in visita ufficiale. Di suo marito dice che a lei piace la sua arroganza visto che ascolta i suoi suggerimenti politici. In Croazia le hanno già affibbiato il nomignolo di Maria Antonietta in riferimento alla famosa frase che viene attribuita alla ghigliottinata regina durante la Rivoluzione francese: «Il popolo non ha pane? Dategli le brioches». Sì, perché nel corso di una sua campagna a favore dell’educazione sanitaria nelle scuole ha affermato che il pane nero, che lei consiglia, è più caro di quello bianco, ma lo si può tagliare in fette più sottili. Questo lo rende più a buon mercato, più sano e, secondo la signora Milanović, è ancora più buono quando è vecchio. Ma non basta, ha aggiunto che bisogna sfatare il mito che la corretta alimentazione è più cara, in verità è più a buon prezzo in quanto ne basta mangiare di meno. Gli homeless croati ringraziano.
Zoran Milanović, che fu premier croato dal 2011 al 2015, è stato eletto dalle file del Partito socialdemocratico (Sdp), che in base a quanto previsto dalla Costituzione ha lasciato alcuni giorni fa. Ma la sua guida del Paese sarà determinante per le sorti elettorali della stessa Sdp alle prossime politiche d’autunno. L’equilibrio trovato nel centrosinistra attorno alla sua persona è molto instabile e un errore potrebbe essere fatale per far crollare il “giocattolo” e ricompattare, di contro, un frammentato centrodestra (Hdz) del premier Andrej Plenković. —
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