In 80 al Giubileo dei giovani da tutta l’arcidiocesi di Gorizia: «Grati di essere a Roma»
La partenza giovedì sera da Aquileia dopo quattro giorni a piedi. I partecipanti sono scout, dell’Azione cattolica e di realtà parrocchiali

Sono un’ottantina di tutta l’arcidiocesi di Gorizia i ragazzi e le ragazze, dai 14 ai 19 anni, che oggi concluderanno il loro Giubileo dei giovani con la messa assieme a Papa Leone. Lo hanno incontrato già sabato sera per una “veglia sotto le stelle”, a Tor Vergata, dove hanno poi trascorso la notte assieme a coetanei provenienti da 146 Paesi diversi.
Ad accompagnarli in un viaggio che è di fede, ma anche di nuovi incontri e amicizie, c’è il responsabile della Pastorale dei giovani dell’arcidiocesi don Matteo Marega e una trentina di altri educatori. Come i ragazzi e le ragazze, appartengono a realtà diverse: scout, Azione cattolica, l’Oratorio diffuso della Marcelliana di Monfalcone (presente con 20 dei suoi 40 giovanissimi volontari educatori).
Il gruppo di giovani pellegrini non ha, però, iniziato a conoscersi sui tre pullman partiti nella tarda serata di giovedì da Aquileia, ma nei quattro giorni di cammino partito all’inizio della settimana da piazza Transalpina e dall’incontro con l’arcivescovo Carlo Redaelli.

La prima tappa ha portato il gruppo, di 66 ragazzi, fino a Peči, ma solo dopo aver incontrato coetanei stranieri non accompagnati, aver visitato il Parco Basaglia ed essersi ritrovati all’esterno della Sinagoga. Con la seconda tappa è stato raggiunto San Pier d’Isonzo, con la terza San Canzian e la quarta Aquileia e tutto il percorso è stato accompagnato da riflessioni, anche sulle ferite inferte dalle guerre, assieme a Nuova Iniziativa Isontina, e incontri, con Libera, Benkadì, Cvcs e altri testimoni.

«Ciò che mi ha colpito di più di quei quattro giorni – dice da Roma Pietro Buiatti, del gruppo scout Cervignano 1 – è stato che tutte le persone che incontravano erano sempre disponibili a darci una mano per le più semplici cose. Mi ha colpito che comunque noi ragazzi arrivavamo da posti diversi, dallo scautismo e altre associazioni cattoliche, e siamo riusciti a creare un legame abbastanza forte. Questo ci ha permesso di riuscire a parlare, senza troppi pregiudizi».

La goriziana Annalisa Miceli del gruppo scout Gorizia 3 non ha partecipato al cammino dalla sua città ad Aquileia, perché, come spiega, il suo gruppo scout ha deciso di focalizzarsi su un altra parte di cammino, a Forni, decidendo però di esserci al Giubileo dei Giovani. «Quello che mi sta piacendo di più del viaggio è la compagnia che sto trovando – racconta ora Annalisa –. Mi sento parte di un gruppo ed è una cosa che penso non mi sia mai capitata prima e ne sono molto grata. Sto anche riscoprendo la mia fede come segno di libertà. Adesso ho ancora molto Giubileo da vivere ma posso dire che sono contenta di essere qui, nonostante mi sia persa una parte precedente. Sono grata di aver trovato determinate persone nella mia vita e ora di nuove».

Anche don Matteo Marega, ordinato sacerdote lo scorso anno nella basilica di Aquileia, parla di «una bellissima esperienza». «Ci sono i nostri ragazzi e giovani da tutto il mondo», sottolinea.
Dopo la “cavalcata” notturna verso la Capitale, il gruppone isontino ha trovato sistemazione nella parrocchia di San Giuseppe al Trionfale, a una mezz’ora di cammino da San Pietro.
Nel primo pomeriggio di venerdì i giovani pellegrini e i loro accompagnatori si sono subito messi in moto per recarsi al Circo Massimo, sede di un’esperienza penitenziale, mentre la giornata di ieri è iniziata presto, alle 7, con l’attraversamento della porta santa di San Pietro per proseguire nel primissimo pomeriggio con lo spostamento a Tor Vergata, dove ha avuto luogo l’incontro con Papa Leone XIV, che poi questa mattina alle 9 è chiamato nello stesso luogo a celebrare la messa a conclusione del Giubileo dei giovani. Il rientro è previsto domani in serata, dopo un pomeriggio, quello di ieri, a disposizione per scoprire o riscoprire Roma, per stare una volta di più assieme. I volontari hanno inoltre avuto l’opportunità di farlo assieme all’arcivescovo Carlo. —
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