In 450 da Trieste al Giubileo dei Giovani: a Roma seguendo tre percorsi spirituali

Venerdì sera l’abbraccio diocesano dei gruppi con il vescovo Trevisi. Domenica la messa a Tor Vergata con Papa Leone XIV

Roberta Mantini
Marta Longo, Giovanni Di Sopra (primo a sinistra in piedi) e Virgilio Bordon (primo a sinistra in basso) con altri volontari
Marta Longo, Giovanni Di Sopra (primo a sinistra in piedi) e Virgilio Bordon (primo a sinistra in basso) con altri volontari

Sono oltre 400 i giovani della Diocesi di Trieste, accompagnati da una cinquantina di adulti tra laici e sacerdoti, che in questi giorni stanno vivendo il Giubileo dei Giovani 2025 a Roma. Un pellegrinaggio scandito da partenze scaglionate e tre itinerari diversi, ciascuno con una propria anima e tappe di grande significato spirituale. I primi a partire, dieci giorni fa, sono stati i ragazzi che hanno fatto rotta verso la Spagna prima di arrivare nella capitale per la fase finale del Giubileo.

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Sono oltre un centinaio e accompagnati da don Ivica Čona sono volati verso Madrid per un cammino che li ha condotti attraverso luoghi di profonda fede e storia. Tra le tappe, un monastero dove quasi 200 giovani suore vivono con entusiasmo e sorriso, Ávila la città di santa Teresa, Segovia il luogo di riposo di san Giovanni della Croce e la tomba di Carmen Hernández, cofondatrice del Cammino Neocatecumenale.

Lunedì sono partiti gli altri gruppi. I giovani che hanno raggiunto subito la Capitale, guidati da don Francesco Pesce, responsabile della Pastorale giovanile della Diocesi di Trieste, hanno attraversato tutte e quattro le Porte Sante (San Pietro in Vaticano, San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le Mura) e hanno vissuto una settimana tra catechesi, preghiera, musica, attività culturali e momenti di fraternità.

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Chi ha scelto di seguire il cammino Assisi-Napoli, guidati da Paolo Pesce, ha invece respirato la semplicità e la povertà di san Francesco, ha pregato davanti alla tomba del beato Carlo Acutis e ha camminato nelle vie di Napoli in coppia, senza denaro né cellulare, affidandosi alla bontà e alla generosità di chi incontravano. Il gesto di affidamento ha favorito incontri autentici e lasciato un annuncio di speranza nei cuori di chi li accoglieva. Il pellegrinaggio è proseguito poi a Pompei per la preghiera alla Madonna.

 

Venerdì sera è stato il momento dell’abbraccio diocesano: tutti i gruppi si sono ritrovati nella parrocchia di Santa Teresa di Calcutta a Roma, per la messa presieduta dal vescovo Enrico Trevisi. Una celebrazione preludio alle ore più attese: la veglia di preghiera di sabato sera a Tor Vergata e la messa di questa mattina, entrambe guidate da Papa Leone XIV.

Altri quattro giovani triestini erano a Roma già dal 25 luglio, vivendo il Giubileo come volontari dell’organizzazione. Tra loro Virgilio Bordon, Marco Longo, Giovanni Di Sopra e Marta Longo. «Eravamo un centinaio di giovani volontari da tutta Italia, un’occasione unica per incontrarsi e condividere questa esperienza - racconta Marta con entusiasmo e profondità -. La vita nella “casa dei volontari” è stata molto intensa, quasi come un campo scuola, piena di scambi e di crescita».

Tra i momenti più intensi, la festa degli italiani sul sagrato di San Pietro, dove una marea di giovani ha cantato e pregato in un’atmosfera di gioia («Mi sono fermata più volte per cercare di imprimere nel cuore questa immagine, come un ricordo prezioso») e l’esperienza delle 12 chiese, un evento organizzato dalla Cei che ha associato a ciascuna chiesa una parola diversa legata alla speranza. Lei stessa ha seguito la catechesi dedicata alla parola “coscienza”: «Un incontro toccante che ha coinvolto oltre 800 giovani provenienti da tutto il Mediterraneo. Due ragazze libanesi hanno condiviso la realtà difficile del loro Paese. Vedere ragazzi commossi fino alle lacrime è stato davvero emozionante». —

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