Gorizia, Pronto soccorso occupato da bambini “orfani” di pediatria

Genitori costretti a portarli all’ospedale civile per la chiusura anticipata del presidio infantile
Persone in attesa in un Pronto soccorso, in fondo un ragazzino in barella
Persone in attesa in un Pronto soccorso, in fondo un ragazzino in barella

GORIZIA Oggi, venerdì 8 gennaio, il reparto di Pediatria chiude alle 18: qualsiasi cosa accada dopo questo orario ci si deve rivolgere al Pronto soccorso del San Giovanni di Dio, o al reparto di Pediatria di Monfalcone secondo i protocolli oppure a un altro ospedale regionale.

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Il più delle volte, visto che il tragitto da percorrere ha la sua importanza nel caso di un bambino bisognoso di cure, ci si rivolge all’astanteria di Gorizia. Il risultato? Bambini, magari con lievi ferite causate dalla loro esuberanza, si ritrovano in fila assieme ad anziani con la broncopolmonite o pazienti con ferite sanguinanti.

Succede spesso. Succede quasi ogni giorno. Ci sono 4.092 bambini (solo a Gorizia) e sguarnire un presidio sanitario di riferimento rappresenta un vero e proprio rischio per la salute della fascia che, per antonomasia, è la più debole. E così viene rivolta alla Regione una richiesta pressante: va aperto anche a Gorizia, a mo' di risarcimento per la chiusura del Punto nascita, un Pronto soccorso pediatrico, disponibile 24 ore su 24.

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La triste realtà attuale, infatti, è quella di una Pediatria dimezzata, come la definiscono tante mamme che si ritrovano ad essere spedite, con il proprio pargolo malato, a Monfalcone se non addirittura al Burlo Garofolo a Trieste. E la rabbia sale.

«Gorizia è stata trattata in questa vicenda come una città di serie B: poche storie. Il reparto è stato scarnificato - tuona Genj Furlan, presidente del comitato "Voglio nascere a Gorizia" -. Il personale fa quello che può ma a mancare sono persino le dotazioni. Serve un Pronto soccorso pediatrico: non si può spedire i bambini in mezzo agli adulti feriti e sofferenti».

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Giovanni Pilati

E segnalazioni di un reparto, quello di Pediatria, che funziona a singhiozzo continuano ad arrivare alla nostra redazione da parte di genitori che definire "arrabbiati" è un eufemismo. Pure l’amministrazione comunale vuole dare battaglia. Anzi, anche in occasione della recente presentazione della programmazione 2016 dell’Aas Bassa Friulana-Isontinaq, il sindaco Ettore Romoli ha portato sul tavolo la questione.

«Ho ancora nelle orecchie le parole di Serracchiani e Telesca quando incontrarono il consiglio comunale. Rassicurarono l'uditorio che sarebbero rimasti gli ambulatori di Pediatria e Ginecologia. Oggi abbiamo un reparto che chiude alle 18: qualsiasi cosa accada dopo questo orario ci si deve rivolgere a Monfalcone secondo i protocolli oppure ad un altro ospedale regionale. Ho chiesto più volte al direttore generale dell'Ass unica Giovanni Pilati di prorogare la chiusura almeno sino alle 20: ritengo sia una maniera per venire incontro alle necessità di mamme e figli. Risultati? Nessuno».

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Foto BRUNI TRieste 21 01 10 Ospedale Cattinara-Pronto soccorso,il 118

Altra necessità richiesta con forza dai genitori goriziani e fatta propria dall'amministrazione comunale è la necessità di predisporre un Pronto soccorso pediatrico. È capitato molte volte che, soprattutto nei fine settimana (quando i pediatri di libera scelta sono, nella maggior parte, irreperibili), mamme e papà dovessero rivolgersi alla Guardia medica per un forte attacco febbrile o altri disturbi del proprio bambino.

«Pediatria deve diventare un servizio effettivo, non dimezzato - tuona il primo cittadino -. Si dia vita a un protocollo per il quale le impellenze "normali" vengono gestite a Gorizia mentre soltanto i casi più complicati o eccezionali vengono girati al Burlo Garofolo».

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