L’agonia del vecchio ospedale civile di Gorizia in vendita per 24 milioni

Questo il valore delle strutture sanitarie dismesse. Nessuna traccia del piano per ospitare l’Università europea. Porte sbarrate e intonaci scrostati

GORIZIA Ventiquattro milioni di euro. È il valore del patrimonio, attualmente inutilizzato, dell’Azienda sanitaria Bassa Friulana-Isontina. A recitare la parte del leone il vecchio ospedale civile di via Vittorio Veneto, un “gigante” inutilizzato e in sofferenza, fiaccato dalle intemperie e dal passare degli anni. A fornire la cifra Giovanni Pilati, da oggi ufficialmente non più direttore generale, sostituito da Antonio Poggiana. Il guaio è che, all’orizzonte, non si vedono potenziali acquirenti per l’edificio a Croce di Lorena. E anche il progetto di ospitare lì l’Università europea (idea rilanciata in tempi molto recenti dal sindaco Rodolfo Ziberna) pare, al momento, più una suggestione che un progetto reale, solido, pronto a decollare.

 



Parola all’Aas

«Rimango a una riunione che si svolse qualche tempo fa a cui parteciparono la presidente della Regione Debora Serracchiani, l’assessore alla Salute Maria Sandra Telesca, l’allora sindaco di Gorizia Ettore Romoli assieme ai primi cittadini di Nova Gorica Matej Arcon e di Sempeter-Vrtojba Milan Turk, oltre ai funzionari delle Università di Nova Gorica, Trieste e Udine. L’intento – rammenta Pilati – era quello di immaginare la realizzazione di una sorta di “Università europea” nell’ex sede del Civile. L’ateneo sloveno ribadì il proprio interesse per la struttura che si voleva utilizzare come campus universitario: si ragionò sulla possibilità di cedere il complesso in comodato. Ma non se ne fece nulla».

 

La silenziosa agonia dell’ex ospedale civile
La facciata fatiscente del vecchio ospedale di Gorizia



Continua Pilati: «Ho letto che il sindaco Ziberna vuole riprendere in mano il progetto. Per quanto riguarda la nostra Azienda sanitaria, posso dire che non ci sono sviluppi. Sarei contentissimo che tutto potesse andare in porto». Anche perché gestire, effettuare la manutenzione e tenere sotto controllo una struttura così grande non è certamente un gioco da ragazzi per l’Azienda sanitaria. Le intrusioni e i vandalismi sono rischi tutt’altro che remoti.

Sopralluogo nell’area

Ieri mattina, abbiamo effettuato un nuovo sopralluogo nell’area dell’ex Civile. Obiettivo: renderci conto di qual è lo stato di salute dell’enorme struttura. La parte centrale resta vuota e inutilizzata, “vivono” solamente le palazzine poste ai lati. Sulla porta scorrevole a vetri campeggia un cartello con la scritta «Vietato entrare». Sulla sinistra, c’è ancora il campanello per le visite notturne in ospedale. Ovviamente, i fili sono scollegati. Al primo piano, poco sopra la scritta “ospedale civile”, c’è una finestra semiaperta. Tutte le tapparelle versano in condizioni precarie.

 

«Un’università europea nell’ex ospedale»
Bumbaca Gorizia 30.08.2016 Ex Sanatorio © Fotografia di Pierluigi Bumbaca



Nonostante l’Aas Bassa Friulana-Isontina si sforzi di effettuare tutte le manutenzioni possibili, l’ex presidio ospedaliero si sta degradando inesorabilmente. I writers, ormai hanno preso coraggio, lordando con il pennarello indelebile quella che resta la sala d’attesa del bus. Si sono allargate, poi, le macchie sulle pareti esterne dell’ex Civile: sul lato destro, verso il confine con la Slovenia, era già apparso nel passato un esteso squarcio con calcinacci finiti a terra. Adesso, lo stesso problema si è verificato sull’ala sinistra. Tutta la segnaletica stradale verticale è in preda alla ruggine e anche le indicazioni dei vari servizi sono danneggiate. Per il resto, nell’area di sosta ci sono una decina di auto aziendali parcheggiate e pronte ad essere utilizzate nelle giornate lavorative.

La quantificazione nel dettaglio

Ma come si arriva alla quantificazione, che non riguarda solatnto, l’ex Civile dei 24 milioni di euro? Nei documenti aziendali si legge che «i proventi delle alienazioni, in base a un’ipotesi parametrica di stima, varrebbero circa 24 milioni di euro». Ora, la cifra c’è. Quello che mancano sono gli acquirenti. E non è una cosa non da poco.

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