Museo della fotografia, assolto Claudio de Polo

Il presidente dell’Alinari era imputato per i finanziamenti al progetto frenato dall’“affare Globo”
sterle trieste comm claudio de polo sigillo trecentesco
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«Assolto perché il fatto non sussiste». Claudio de Polo Saibanti, presidente della Fratelli Alinari, è stato assolto in pieno dai giudici del Tribunale di Trieste alla fine del processo che lo aveva visto imputato di “truffa” nell’ambito dei finanziamenti ottenuti dalla Regione per creare, originariamente all’ex Meccanografico di Campo Marzio, un museo multimediale della fotografia. Anche il pm, Federico Frezza, che gli aveva contestato i reati, nella requisitoria finale ne ha chiesto l’assoluzione, che il collegio (giudici Gulotta, Casavecchia, Tomassini) ha accolto. Mentre la tormentata vicenda dell’“Alinari image museum” (Aim) ha proprio in questi ultimi mesi e giorni trovato soluzione col Comune. Con la firma della convenzione che assegna alla Alinari 500 metri quadrati del Bastione fiorito a San Giusto per l’allestimento del museo multimediale dotato di 50 mila immagini ad alta definizione, rimasto “sepolto” nella brutta vicenda che aveva coinvolto l’associazione Globo, cui il Comune nel 2005 aveva assegnato l’ex Meccanografico per un museo della scienza, con spazi appunto per l’Alinari. Finita la Globo sotto inchiesta per false fatturazioni, tutto s’era fermato. «Mancavano i muri, non per mia colpa, ma il museo, la sua concezione, i database, le dotazioni informatiche, le componenti meccaniche ed elettroniche erano state interamente realizzate, i giudici hanno appurato e sciolto l’equivoco» afferma con soddisfazione de Polo.

Al museo della fotografia aveva contribuito con un finanziamento di 600 mila euro la Regione, ma nel 2008 appunto il progetto si era incagliato. E mentre in consiglio regionale veniva presentata un’interrogazione sul destino di quei soldi, e l’assessore di allora alla Cultura rispondeva che erano stati spesi correttamente per le attrezzature, partiva l’inchiesta su Globo, che subito coinvolse anche Alinari. Saltarono fuori alcune rendicontazioni di spesa non congrue, da qui l’inchiesta del pm Frezza con quei capi di accusa.

La difesa (avvocati Federica Doni e Ornella Stradaioli per de Polo, e Riccardo Seibold per la Fondazione Alinari) ha dimostrato che si era trattato di mero errore materiale, del quale peraltro la Regione stessa non s’era accorta. «Ho speso per il museo più di quel che mi era stato dato» afferma il presidente della Alinari. Che nel frattempo aveva citato per danni il Comune. Questione risolta stragiudizialmente con l’assegnazione della nuova sede per l’Aim. Il museo dovrebbe aprire a primavera 2015. (g. z.)

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