Pannella, spunta il mistero del testamento croato

Lo avrebbe scritto a Zagabria nel novembre del 2011 quando incontrò l’allora presidente Josipovic
Marco Pannella
Marco Pannella

TRIESTE C’è sempre stato un legame molto stretto tra l’attività politica di Marco Pannella e la Croazia. Un legame che nasce ancora ai tempi della ex Jugoslavia e che diventa una sorta di cordone ombelicale quando Zagabria, 25 anni or sono, proprio di questi tempi, proclamava la propria indipendenza.

Sì, perché Pannella è stato in tempi non sospetti fermo sostenitore dell’indipendenza della Croazia, ma anche della Slovenia a favore del cui riconoscimento internazionale dedicò uno dei suoi innumerevoli scioperi della fame.

Zagabria è diventata nelle ultime ore dopo la morte del leader radicale di prepotente attualità perché si è sparsa la voce che Marco Pannella avesse lasciato un proprio testamento nella capitale croata nel novembre del 2011 quando venne accolto dalle principali autorità istituzionali del Paese.

L’allora presidente della Repubblica di Croazia Ivo Josipovic lo incontrò sul colle del Pantovcak a Zagabria. Pannella che nel 1991 si recò, senza armi come sostenitore della nonviolenza, alla prima linea del fronte per dare sostegno ai difensori croati e per sollevare l'attenzione con il suo gesto simbolico sulla necessità di riconoscere urgentemente la Croazia indipendente e per chiedere la fine dell'aggressione militare serba.

Quando Pannella arringava il Consiglio comunale a Trieste
Un comizio di Marco Pannella nel 1978 a Trieste, in piazza Goldoni (Italfoto)

Durante quell’”incursione” non violenta indosso quasi provocatoriamente al mimetica dell’esercito croato assieme al collega di partito Cicciomessere. Un episodio con risvolti poco piacevoli però per il Marco nazionale, come ricorda il sindaco dell’epoca di Osijek Zlatko Kramaric.

«In città, indossando l'uniforme da soldato croato, si aggirava senza meta un... Marco Pannella. Senza la sua Cicciolina. Ma proprio per questo fatto, che è venuto in Croazia senza l'”emblema” del partito - raccontò Kramaric - i soldati croati nelle trincee non lo volevano perdonare».

«E hanno espresso la loro scontentezza con un linguaggio estremamente diplomatico: "Vaffanculo, dov'è finita Cicciolina?" (Questa domanda diplomatica però non gli è stata tradotta.) Nonostante veri e sinceri sforzi di comprendere ciò che accade qui da noi, questo, soprattutto simpatico, politico italiano ha dovuto con sua grande tristezza, arrendersi. Infatti la confusione ha vinto la curiosità, nonostante il desiderio e la prontezza di aiutare il popolo croato in questa ingiusta guerra, almeno con la presenza personale. Infatti M. Pannella non ha avuto dubbi, a differenza di alcuni altri politici mondiali ospiti di Osijek, sul carattere di questa guerra».

Sempre a novembre del 2011, come detto, il presidente Josipovic ringraziò Marco Pannella per il suo impegno, a partire dai tempi più difficili della Guerra per la patria fino ad oggi e ha sottolineato l'importanza delle attività del Partito radicale non violento sia in Europa sudorientale che in tutto il mondo a fin di promuovere e affermare i valori democratici, civili e umani. Il giorno successivo, ossia il 15 novembre fu il presidente del Parlamento croato Luka Bebic a ricevere al Sabor il leader radicale italiano.

Ringraziando Pannella per il suo impegno per il riconoscimento internazionale della Croazia nel 1992, per il quale l'ex presidente della Repubblica di Croazia Stjepan Mesic nel 2002 gli aveva attribuito le onorificenze dell'Ordine del principe Branimir, Bebic ha sottolineato che gli obiettivi per i quali il Partito radicale sta lottando nel mondo odierno sono estremamente attuali.

Durante un colloquio affettuoso con il presidente del Sabor, al quale ha partecipato anche il vicepresidente della Commissione per la politica estera Tonino Picula, Pannella invitò Bebic di attivarsi dopo la conclusione della sua attuale carriera parlamentare nel lavoro del Partito radicale transnazionale e di appoggiare i suoi obiettivi con la propria esperienza. Ebbe il tempo Pannella, in quei due giorni trascorsi a Zagabria, di redigere un testamento? Nella capitale croata non si sa nulla a proposito, o, forse, chi sa tace.

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