Plitvice: vuole il selfie, vola da 70 metri

Vivo grazie agli alberi che hanno attutito l’impatto. Il Parco: regole da rispettare
Uno scorcio del parco nazionale dei laghi di Plitvice
Uno scorcio del parco nazionale dei laghi di Plitvice

PLITVICE. Voleva scattarsi un selfie, è caduto nel vuoto per oltre 70 metri restando vivo solo grazie ai rami di alcuni alberi che ne hanno attutito la caduta. È successo nel parco nazionale dei laghi di Plitvice, dove incidenti analoghi sono già accaduti. E così il Soccorso alpino della Croazia ha lanciato via twitter un appello: «Cari turisti, noi vi rispettiamo. È ora che iniziate a rispettare voi stessi. Smettetela di fare stupidi e pericolosi selfie. Grazie».

Volevano farsi un selfie, tre turiste coreane nel burrone
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Protagonista dell’ultimo incidente un giovane turista canadese di origini croate che ha voluto fare un autoscatto in un'area molto pericolosa e vietata: nonostante gli amici lo invitassero a tornare indietro, il ventenne ha scavalcato una barriera metallica arrivando sull'orlo di un precipizio.

Non contento, ha compiuto altri passi all'indietro, ha sollevato il telefonino per scattare e a quel punto è scivolato. Ha avuto una fortuna enorme, visto che la caduta come detto è stata attutita dalle chiome di alcuni alberi. Ha sì riportato gravi ferite, ma i medici dell'Ospedale maggiore di Zara - dove è stato ricoverato - lo hanno dichiarato fuori pericolo.

Praticamente nello stesso luogo, giusto un anno fa una donna slovacca di 54 anni aveva voluto farsi un selfie senza tenere conto di avvertenze e divieti. Era morta all’istante dopo una caduta di 70 metri. E sempre l'anno scorso, tre turiste della Corea del Sud - anche loro con l’obiettivo del selfie - erano entrate in una zona a rischio: l’incauto terzetto era ruzzolato in un burrone per 30 metri.

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Era dovuta intervenire una squadra del Soccorso alpino per trarre in salvo le donne, rimaste seriamente ferite. Risale invece a nove anni fa la tragedia più grave di Plitvice: due coniugi tedeschi ottantenni si distaccarono dal gruppo di cui facevano parte, superarono la ringhiera e precipitarono, morendo l’una sul colpo e l’altro poco dopo.

Ora, mentre il Soccorso alpino croato invita i turisti alla prudenza, anche i vertici del Parco intervengono. «Gli incidenti, non tanti in verità, sono causati dai visitatori che non si attengono alle regole di sicurezza», dice Ognjen Borcic, portavoce del parco: «Le nostre guardie sono costantemente in azione, ma non possono certo impedire tutte le azioni che mettono a rischio l'incolumità degli ospiti».

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Borcic ha fatto sapere che per garantire la sicurezza dei visitatori è stato vietato l'uso dei droni, la cui presenza negli ultimi tempi era diventata massiccia; ed è ormai prossima l'entrata in vigore del divieto di indossare calzature non adeguati - ovvero infradito e sandali - nel territorio dei laghi.

«Stiamo facendo il possibile per garantire la massima sicurezza in una zona dove non mancano strapiombi e burroni, posti molto pericolosi ai quali è vietato avvicinarsi - ha aggiunto Borcic - purtroppo non tutti i visitatori sono disciplinati. Non pensiamo certo di proibire i selfie, sarebbe ridicolo, ma per tutti vale il consiglio di non esporsi a situazioni che potrebbero avere conseguenze drammatiche».

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