Tassa sui rifiuti più cara anche per ristoranti, bar, hotel, negozi e artigiani
Incrementi fino al 6 per cento che si traducono in certi casi in centinaia di euro. Le modifiche alle quote a metro quadrato figlie di costi più alti per la differenziata

Lasorte Trieste 19/01/17 - Bora, Immondizie
TRIESTE Alberghi, ristoranti, rivendite di frutta e verdura, parrucchieri. Come per gli utenti privati è in arrivo una stangata sulla Tari anche per le imprese. Un aumento che oscilla tra il 5,5 e il 6 per cento, che non risparmia nessuno. E visto che le quote applicate alle utenze non domestiche raggiungono, tra fissa e variabile, anche i 36 euro al metro quadrato, quella per lo smaltimento della spazzatura si traduce per molti in una delle tasse più consistenti da sostenere.
Un gioco di tariffe e metri quadrati che cambiano a seconda della tipologia d’utenza presa in considerazione. Ad esempio, per il punto vendita da 50 metri quadrati di un fioraio – attività sulla quale, assieme alle rivendite di ortofrutta, alle pescherie e alle pizzerie al taglio, gravano le quote più elevate, con la fissa che passa dai 18,52 ai 19,79 euro mentre la variabile da 16,22 a 16,96 – che negli anni scorsi pagava 1.737 euro, nel 2019 riceverà un F24 da 1.838 euro, il 5,7 % in più. Un ristorante da 200 mq che lo scorso anno di Tari pagava 5.400 euro (14,39 di quota fissa e 12,61 di variabile al mq), quest’anno dovrà sborsarne 5.710 (15,37 di quota fissa e 13,18 di variabile), 312 euro in più. Un bar o una pasticceria da 100 mq che sborsava 1.919 euro, ora ne pagherà 2.229. E un parrucchiere o un’estetista? Per 40 mq, ad esempio, pagheranno di tassa sui rifiuti 224 invece che 211 euro, il 6 per cento in più. Un falegname o un idraulico per le stesse dimensioni passeranno da 159,60 a 168,40 euro, un aumento del 5,5%. Un negozio di abbigliamento, una libreria o una cartoleria da 100 mq passeranno da 481 a 508 euro (5,6% in più). Per gli alberghi la tariffa varia in base al fatto che all’interno della struttura ci sia o meno un ristorante.
Ma da cosa sono dipesi questi aumenti della Tari? Per la sola raccolta dei rifiuti si è registrato un incremento di spesa di 1 milione 900 mila euro a fronte di un costo complessivo di quasi 37 milioni: 22 milioni 783 mila euro per le utenze domestiche (il 61,58%), 14 milioni 214 mila euro (38,42%) per quelle non domestiche. Nel 2017 le tonnellate di rifiuti raccolte sono state 95.539; 96.930 nel 2018 e per il 2019 si stima 97.960. Se nel 2017 la differenziata di attestava al 41,10%, nel 2018 è arrivata al 41,55%, solo lo 0,45 in più. Dai report nelle mani dell’assessore all’Ambiente Luisa Polli, emerge «un incremento di circa 2 tonnellate di rifiuti nella zona centrale della città – spiega –, quella vissuta anche dai turisti, e per alcuni mesi un aumento di immondizia nei cassonetti in zone più periferiche, generate dai “pendolari” dei rifiuti, che per dribblare la raccolta porta a porta introdotta a Muggia o a San Dorligo della Valle gettavano i loro sacchi nei cassonetti di Trieste». Una raffica di sanzioni ha ridotto ma non eliminato il fenomeno.
«A quelli per la mera raccolta-smaltimento dei rifiuti – spiega l’assessore al Bilancio, Giorgio Rossi – si aggiungono i costi di gestione, i costi del Comune (inclusi quelli del personale che se ne occupa), l’aggio ad Esatto e poi la legge impone un deposito per crediti inesigibili che per noi ammonta a circa 2 milioni di euro». Una legge nazionale impone che attraverso la Tari 2019 si pagherà anche la pulizia delle aree verdi e dei giardini, che fino allo scorso anno veniva invece sostenuta dall’Area Verde pubblico. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo
Leggi anche
Video