Trieste: asta record per l’arte slovena, invenduti Schiele e Casorati

TRIESTE Il 75 per cento di venduto. Un record assoluto di questi tempi. L’asta della Stadion di Trieste, venerdì scorso (tenuta in due lingue, italiano e sloveno), è destinata a passare alla storia. Una collezione di un centinaio di opere dei più importanti artisti sloveni è andata praticamente a ruba. Una cosa fuori misura. Un’asta incredibile di questi tempi.
«C’era tutta Lubiana e mezza Slovenia» racconta Furio Princivalli, direttore della casta d’aste triestina. Duecentocinquanta persone stipate nella sede della Stadion in riva Tommaso Gulli. Due televisioni inviate, una addirittura in diretta.
Due musei presenti, tra cui quello di Nova Gorica. Un vero evento, nonostante i due quadri superstar - “Il grande albero” del 1907 di Egon Schiele e la “Ragazza col libro” del 1945 di Felice Casorati (con in curriculum ben due Biennali) - siano rimasti invenduti.
La star assoluta dell’asta è stato l’impressionista sloveno Ivan Grohar (1867-1911). Una vera istituzione. L’immagine del suo seminatore ("Sejalec") è è sul retro della moneta da 5 centesimi di euro. I suoi covoni del 1908 fanno concorrenza a Monet.
Aggiudicati a 91mila euro, che con i diritti superano ampiamente i 100mila euro. “Le case innevate” del 1906 hanno persino raddoppiato la stima di partenza: battute a 51 mila euro con base d’asta 25mila euro. Persino la veduta “San Giovanni di Duino” (1902) ha fatto 39mila euro.
Record anche per Veno Pilon. La “Veduta dal ponte” del 1925 è stata battuta a 72mila euro. A 18mila, invece, è stato aggiudicato “Nella valle”, paesaggio di Pilon del 1931.
In asta c’era praticamente una collezione di Music (12 opere). Tre sono finite in Inghilterra. Il record l’hanno fatto i “Cavallini” del 1947 con 68mila euro, finiti a Londra assieme a un autoritratto del pittore del 1946 (21mila euro) e al ritratto di “Ida” del 1952 (13mila euro). Una rara “Piazza a Lubiana” del 1941 è stata venduta a 12.500 euro. È rimasto invenduto uno dei rari disegni di Dachau del 1945, mentre l’olio del 1973 della serie “Non siamo gli ultimi” è stato aggiudicato a 31 mila euro.
Grande successo anche per Spacal. “Case a Rupingrande” del 1945 è stato battuto a 12mila (si partiva da 5mila). “Interno con scrivania e libri” del 1947 (riprodotto sulla copertina del catalogo della Stadion) è stato aggiudicato a 11mila euro. “Terrazzetto” del 1941 è stato battuto a 6.500 euro. Seimila euro (base di partenza duemila) per “Il dono del cibo” (1967) di Tone Kralj, il pittore della Via Crucis affrescata nella chiesa di Cattinara.
I “Manovali” di Bolaffio tornano a Trieste per 41mila euro. Se lo sono contesi due collezionisti triestini. Il dipinto fu pensato per il polittico dedicato al porto di Trieste, mai realizzato.
Un altro collezionista triestino è riuscito invece, a suon di rilanci, a soffiare agli sloveni un vaso di fiori cubista (“Tulipani”) di August Cernigoj per 7mila euro (base d’asta 3mila euro).
“Paesaggio dalmata” di Edo Murtic del 1950 è stato battuto a 15mila euro triplicando le stime (si partiva da 5mila). Aggiudicato a 5mila euro l’autoritratto di Pietro Marussig del 1930. “Nubi sulla città” di Vito Timmel, del 1938, resta a Trieste (6.800 euro), mentre torna in Austria “Nudo di donna” di Alfons Walde aggiudicato a 22mila euro a un collezionista viennese. Nella seconda tornata del 4 dicembre grosse battaglie tra mercanti stranieri soprattutto per gli argenti.
La scultura in argento massiccio (11 chilogrammi) del 1852, raffigurante Carlo I che si inginocchia alla presenza di Henrietta Maria di Francia, che aveva suscitato l’interesse del Victoria & Albert Museum di Londra, è finita a Montecarlo per 23mila euro.
La grande scacchiera principesca, in argento dorato e smalti policromi, con pedine a forma di cavaliere e soldati, è finita a Minsk per 13.600 euro (la base di partenza era di 5mila). In Bielorussia vanno matti per gli scacchi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo