Trieste, l’agraria cede alle “chips”: piazza Goldoni si trasforma

TRIESTE Anno dopo anno piazza Goldoni perde i suoi riferimenti storici del commercio. Dopo l’addio di Gerli, di Galtrucco e della vicina Universaltecnica e dopo quello recentissimo di Villini, ora anche la storica agraria Righi a metà maggio abbasserà le serrande dopo 88 anni di attività. Al suo posto sbarcherà a Trieste “Queen’s Chips”, il colosso delle patatine fritte olandesi, dove acquistare cartocci di patatine fritte da abbinare a decine di salse.

«Chiudiamo perché tre pilastri sui quali si reggeva il negozio sono gradualmente andati in crisi» spiega Ezio Righi, titolare della conosciuta agraria, con un ampio spazio dedicato al cibo per animali. Il primo: «Dagli anni Novanta sono venuti a mancare gli orticoltori istriani che prima arrivavano fino in centro e che poi, dopo l’avvento dell’economia di mercato nell’ex Jugoslavia, non avevano più interesse a venire fino a qua».
Il secondo: l’arrivo della grande distribuzione che ha intaccato anche il suo settore e la devastante concorrenza nella vendita delle piante. Il terzo: «L’impossibilità di posteggiare anche per pochi minuti che, da sempre, ha limitato la possibilità di vendita del nostro negozio».
Chiudono i negozi storici. Aprono nuovi pubblici esercizi. In piazza Goldoni, nel giro di alcuni mesi, sbarcheranno un locale di un gruppo veneto al posto di Villini, una gelateria negli spazi prima occupati dal negozio di souvenir accanto a Cremcaffè e Queen’s Chips al posto di Righi. Ad aver calamitato l’interesse dei nuovi investitori è stata senza alcun dubbio l’apertura di McDonald’s: il gigante del fast food ha ridato credibilità commerciale alla zona.
Una piccola grande rivoluzione che segna la fine di un’era commerciale. «I nomi storici del commercio triestino se ne stanno andando da questa piazza - valuta Dario Petris, titolare dell’omonima oreficeria aperta in piazza Goldoni nel 1956 - lasciando spazio ai colossi della globalizzazione.
«Un tempo - continua - le insegne a Trieste raccontavano la storia delle famiglie di commercianti della città come Bombacigno, Godina, Buffa, Rustia, Bosco, Righi, Donda..., mentre ora piano piano si fanno spazio i marchi internazionali che raccontano di business più che di storia e tradizione e che rendono le città italiane ed europee commercialmente tutte simili».
I commercianti storici della zona ricordano che quella piazza - un tempo piazza della Legna e prima ancora piazza San Lazzaro poiché in origine era stata scelta per un ospedale per lebbrosi - venne trasformata dal punto di vista commerciale dall’apertura nel 1880 del primo supermercato Bosco e poi da quella della Cremcaffè di Primo Rovis. Due attività ancora vive assieme a quelle storiche del calzaturificio Castiglioni o della camiceria Bisi sistemata su Ponte della Fabra dal 1931.
«È stata vista sempre come una piazza di servizio - riferisce Righi - e mai come il luogo dello shopping. Una piattaforma dove l’80 per cento delle linee di autobus scambiavano i loro passeggeri. Un luogo di transito veloce». Deturpata dal posteggio di auto che contendeva lo spazio ai tavolini dei bar e ai bambini che correvano dietro ai colombi per un lungo periodo, fino agli anni ’80, poi gradualmente chiusa al traffico veicolare, lasciando solo la corsia di transito centrale.
«Ora piazza Goldoni si sta avviando verso un’altra delle sue trasformazioni, abbastanza logica, diventando una piazza, sistemata alla fine della zona pedonale e centrale della città, dedita soprattutto alla ristorazione veloce, ai take away, con molti capolinea di autobus che movimentano la zona» conclude Righi.
Quasi tutti i commercianti che gestiscono attività lamentano frequentazioni non sempre raccomandabili soprattutto nello spazio attorno alla sala Bingo. «La discussa riqualificazione della piazza a noi piace - sostengono i fratelli Carlo e Luca Villini che a giorni chiuderanno il loro punto vendita sulla piazza - senza contare che quel gioco della fontana tiene lontana dai negozi la polvere derivante da tanto traffico. Peccato per le frequentazioni».
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