Trieste, dai salumi alla società di costruzioni: l’area ex Principe passa a Edil Group
La holding compra lo stabilimento di via Ressel per farne il suo quartier generale. L’imprenditore Settimo: «Piano da 25 milioni»

Niente più prosciutti o würstel, se non come gustosi contorni dei festeggiamenti aziendali. E nemmeno un futuro sotto il segno della logistica, come la posizione vicino al Canale navigabile aveva indotto a pensare. Lo stabilimento ex Principe di via Ressel, con un passato glorioso alle spalle e uno più recente alquanto tormentato, diventerà il quartier generale di Edil Group, la holding cui fa capo anche Edilimpianti, realtà in pochi anni diventata protagonista dello scenario imprenditoriale triestino.
La conferma della vendita

La notizia della vendita circola da giorni, con il profilo dell’acquirente rimasto finora senza nome. Adesso la conferma viene direttamente dal direttore generale di Edilimpianti, Vincenzo Settimo: il preliminare risale a ottobre, mentre l’ufficialità sarà raggiunta entro il primo quadrimestre di quest’anno. La partita, in ogni caso, è chiusa, considerato che Edil Group ha anche già ottenuto il nulla osta per l’insediamento dal Coselag (l’ex Ezit). L’investimento è importante: tra acquisizione e ristrutturazione, verranno mossi fra 20 e 25 milioni di euro.
L’ultimo proprietario
L’ultimo proprietario dello stabilimento di San Dorligo, prima della svolta maturata in questi mesi, è stato il fondo Wrm di Raffaele Mincione. Il quale lo aveva a sua volta rilevato a inizio 2020 dal gruppo Kipre dei Dukcevich, la famiglia che ha scritto la storia degli affettati locali finita al centro, nel 2018, di una crisi finanziaria. Ecco perché il passato dell’immobile in zona industriale – quasi 36 mila metri quadrati – reca traccia di queste due polarità: l’ascesa dei Dukcevich, che dal salumificio artigianale aperto nel 1945 hanno finito per inglobare marchi di livello internazionale come la vicentina King’s, oltre appunto alla Principe di San Daniele; ma anche le difficoltà che hanno convinto a dismettere, nell’atto finale della loro epopea, la sede di via Ressel.

L’epilogo dell’ex Principe
Quest’ultima – dove non meno di sette anni fa lavoravano un centinaio di addetti – è rimasta esclusa dalla campagna acquisti portata avanti dalla Rigamonti nel 2021 verso alcune delle sedi ex Dukcevich, salvate dalla chiusura. Un epilogo che si è concretizzato il 13 ottobre del 2022, quando le serrande dell’ex Principe sono state definitivamente abbassate. Mincione, a capo del fondo Wrm, aveva di conseguenza manifestato la volontà di trovare qualcuno disponibile a farsi carico del recupero. Due anni fa si erano anche fatte avanti imprese, triestine e non, impegnate nello stoccaggio delle merci; sembrava che il destino dell’ex Principe fosse legato alla logistica. Ma alla fine non se n’era più saputo né fatto nulla.

Dai prosciutti all’edilizia
Messi da parte i prosciutti, adesso Edil Group potrà trasferire qui le tante unità operative che le gravitano attorno. L’operazione è salutata con favore dallo stesso Coselag, che per tramite della sua vicepresidente Sandra Primiceri si dice «ben lieto che un immobile dismesso possa trovare un nuovo utilizzo». I dettagli del progetto di riqualificazione si conosceranno nei mesi a venire, chiarendo così i modi e i tempi con i quali l’area verrà ridisegnata. Intanto una certezza c’è già: l’attuale sede di Edilimpianti tra via Carnaro e strada di Fiume – inaugurata a dicembre 2023 – sarà rivenduta, diventando superflua a trasloco completato. Stessa fine attende la fabbrica al civico numero 5 in via Ressel.
Le partite aperte

Ma l’agenda di Edilimpianti è affollatissima, con numerose partite aperte in più angoli della città. L’ultima delle quali porta all’ex distretto militare di San Giusto, un piano da 17 milioni per ricavare una cinquantina di alloggi, assieme all’imprenditore Rocco Schiavone. Sempre in ambito residenziale, l’elenco comprende le case Mosco di via San Vito (26 appartamenti), l’immobile di via Settefontane all’altezza del negozio Sme (progetto in definizione) e i due palazzi in completamento tra via Sant’Anastasio e via Udine.
L’ex hotel Obelisco
Un capitolo a parte, per dimensioni e qualità dell’intervento, merita l’ex Obelisco a Opicina: qui, oltre all’hotel, sarà recuperato tutto il verde circostante, ma servirà l’approvazione del Comune e le tempistiche guardano ad almeno tre anni. Infine, va ricordato il tentativo di aggiudicarsi all’asta nientemeno che Palazzo Carciotti, con un’offerta (fatta in cooperazione con altre realtà) di oltre 13 milioni. Il gioiello neoclassico, com’è noto, è andato alle Generali; ma il colpo fallito ha dimostrato quanto sia ampio l’orizzonte che si è dato Vincenzo Settimo.
Riproduzione riservata © Il Piccolo