Un terminal da 60 milioni per l’aeroporto di Spalato

L’impianto ristrutturato e ampliato sarà attivo dal luglio 2019. Lo scalo è il secondo in Croazia dopo quello di Zagabria, passeggeri aumentati del 23% in un anno

SPALATO. È il più cospicuo investimento di questo periodo in Dalmazia, con una spesa di 450 milioni di kune che al cambio fanno 60,9 milioni di euro. Si tratta della ristrutturazione dell'aeroporto di Spalato, il secondo in Croazia per movimentazione di passeggeri e velivoli dopo lo scalo di Zagabria ma sicuramente il più importante in campo turistico, visto che durante i mesi estivi assorbe una rilevante fetta di vacanzieri, soprattutto naturalmente di quelli in arrivo da oltreconfine.

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L'investimento spalatino, che risulta anche tra i maggiori nel Paese, rappresenta inoltre qualcosa di unico nel panorama nazionale. L’aeroporto del capoluogo dalmata attinge infatti il denaro occorrente dalle proprie casse o attraverso un prestito ottenuto dalla Banca croata per la Ricostruzione e lo Sviluppo: niente aiuti dallo Stato croato, dunque, né dai fondi comunitari. «È una sorta di fai da te che ci possiamo permettere alla luce dei risultati positivi degli ultimi anni, così da effettuare lavori di ristrutturazione che per la loro complessità ciascun aeroporto dovrebbe fare ogni trent’anni», spiega Lukša Novak, direttore di Zracna luka Split (questo il nome ufficiale croato dello scalo. Il progetto prevede di ampliare e modernizzare il terminal per una superficie di 48 mila metri quadrati. «Completeremo l’opera nel giugno del 2019 - aggiunge Novak - a se guire ci saranno il collaudo tecnico e altri interventi, cosicché il terminal ristrutturato entrerà in funzione il mese successivo, ossia nel luglio 2019».

La necessità di migliorare e potenziare l'impianto di Resnik, alle porte di Spalato, è sorta già una decina d'anni fa, ma si è resa non più rinviabile dopo il boom di passeggeri e aerei registrato nell'ultimo quinquennio, grazie a stagioni turistiche da record. Se a questo si aggiunge quello che dovrebbe essere l’ormai prossimo ingresso della Croazia nell’area Schengen, che comporterà ulteriori riatti, ecco giustificato il plurimilionario investimento.

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«L'attuale infrastruttura non bastava più», annota Novak: «Prima della guerra croato–serba avevamo circa un milione di passeggeri all'anno. Poi abbiamo raddoppiato la movimentazione, e nel 2017 siamo arrivati a 2,8 milioni di passeggeri (il 23% in più rispetto all’anno precedente, ndr); quest’anno toccheremo certamente quota 3 milioni». Al vecchio edificio centrale si aggiungerà uno nuovo (da 35 mila metri quadrati) ed entrambi si trasformeranno in un complesso unico, di superficie totale appunto di 48 mila metri quadrati. Grazie a questa superficie, potranno essere contemporaneamente garantiti servizi all'altezza a 2500 passeggeri nelle ore di punta. L’edificio del terminal bus avrà invece uno spazio di duemila metri quadrati. Nel parcheggio - riprende Novak - «potranno essere ospitati fino a un massimo di 900 auto e 50 pullman». Il trasferimento dal vecchio al nuovo terminal passeggeri è previsto nei mesi invernali, operazione che sarà molto complessa per le apparecchiature che dovranno essere testate.

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