Alessandro Barbero: «Torniamo al Medioevo»

Lo storico oggi e domani impegnato fra i Savoia e le crisi contemporanee 

l’intervista



A èStoria era già stato ospite e aveva fatto pienoni. Per la 15esima edizione del festival Alessandro Barbero torna a Gorizia per due appuntamenti, entrambi ospitati dalla tenda Erodoto dei Giardini Pubblici.

Professore, c’è una famiglia che, da storico, la affascina più di altre?

«No – risponde Barbero –, perché le famiglie sono fatte di individui ed è secondo me una forzatura attribuire una personalità, un’identità collettiva. Non è una cosa ovvia, anzi, è normalissimo studiare i Savoia, i Borboni e parlarne come se avessero caratteristiche comuni a tutti i membri. Ma secondo me, ripeto, è una forzatura».

Domani, alle 10, con Gianni Oliva, si soffermerà proprio sui Savoia. E in collegamento ci sarà Amedeo D’Aosta.

«I Savoia, nel bene e nel male, sono un pezzo della storia di un Paese spaccato, pieno di grandi momenti e di nefandezze».

Qual è stata la colpa principale dei Savoia?

«L’acquiescenza di Vittorio Emanuele III al fascismo».

E il loro principale merito?

«La storia individua facilmente i cattivi. Individuare i buoni è più difficile. Ma per generazioni si è pensato che unificare l’Italia fosse un grande merito».

E per lei?

«Io faccio lo storico. Il mio mestiere è di provare ad accertare ciò che è successo davvero, non di distribuire giudizi morali. Per fortuna».

Qualcuno ha ipotizzato che la continuità dei Savoia risieda nella famiglia Agnelli. Secondo lei?

«È una suggestione che fa piacere ai vecchi piemontesi, ma ha poco di vero».

Oggi, invece, alle 16. 30, sarà protagonista, con Emmanuel Todd e Andrea Zannini, di una “Breve storia dell’uomo attraverso la famiglia”, questo il titolo dell’incontro.

«Vedo la famiglia in crisi e mi sembra stia un po’ ritornando a quelle epoche del passato in cui non tutti potevano crearsene una. Infatti, nel Medioevo, e anche nell’età moderna si sposavano solo quelli che avevano un lavoro, una bottega, e che, insomma, potevano permettersi le spese per il matrimonio e per i figli».

Sono solo economici i problemi che vede oggi per le famiglie?

«Non vedo certo pericoli legati al fatto che oggi possano essere composte anche da genitori adottivi o dello stesso sesso: si tratta di fenomeni marginali. E nessuno ha oggi l’intenzione di attaccare la famiglia: questa è tutta propaganda. Invece, un pericolo c’è per la povertà e la precarietà che rendono più difficoltoso sposarsi e fare figli».

Di fatto, le famiglie continuano a essere al centro di un dibattito politico…

«Proprio perché c’è un dibattito politico sul tema, credo che sia importante chiarire che la famiglia è una realtà naturale, ma che può anche essere modificata dalla civiltà, dalla cultura. Chi vede nella famiglia solo l’aspetto naturale o quello culturale, estremizza per ragioni ideologiche. Occorre, insomma, aver ben presente sia la base naturale della famiglia, legata alla sessualità, alla genitorialità, sia accettare che le società umane su tutto ciò intervengono e modificano». —

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