Denis Tanovic fa la guerra alle lobby dei farmaci

Oggi l’evento speciale “Tigers”, storia del latte in polvere che uccide, del regista Premio Oscar per “No Man’s Land”
Una scena del film "Tigers"
Una scena del film "Tigers"

Standing ovation all'anteprima mondiale a Toronto, bissata dai 1800 in piedi alla prima europea a San Sebastian, arriva stasera al Trieste Film Festival, evento speciale delle 20 in Sala Tripcovic, il nuovo film del regista bosniaco, Premio Oscar per “No Man's Land”, Danis Tanovi„. Messo il tasto pausa al concorso dopo l'infarcita di titoli d'inizio settimana, per la giornata odierna l'attenzione è tutta per “Tigers”, questo il titolo del suo nuovo lavoro, che sarà accompagnato in sala dal produttore Cedomir Kolar.
Un film che non ci si aspetta dall'autore bosniaco, conosciuto dai più per le tematiche di guerra affrontate nel suo capolavoro del 2001 ma anche in “Triage”, e che dopo “An Episode in the Life of an Iron Picker” di due anni fa volta ancora pagina andando a girare, in una terra a lui poco familiare come l'India, un'accorata storia di denuncia basata su una storia vera, lanciandosi in una lucida ma appassionata critica alle multinazionali che dominano il mercato mondiale.
Da Bollywood Tanovi„ va a scegliere la giovane star Emraan Hashmi per affidargli il ruolo del protagonista Ayan, informatore del farmaco fresco di matrimonio e con tanta voglia di ampliare la famiglia. Pochi prodotti, però, riesce a piazzare: in Pakistan il mercato è dominato dai prodotti di marca occidentale, perciò per far decollare gli affari tenterà la fortuna con la multinazionale di latte in polvere Lasta. La scalata sociale sembra essere iniziata, fino a che non scoprirà che il prodotto rappresenterà una causa di morte per i bebè. Prima facendogli terra bruciata poi minacciandogli moglie e figli i poteri forti tenteranno di chiudergli la bocca, ma Ayan sfiderà il sistema, in una lotta impari come Davide con Golia.

Al festival la disumanità della crisi contemporanea
Una scena del film "Varvari" (Barbari)

Ricordando nell'incipit gli scandali degli anni '70 il film, scritto a quattro mani da Tanovi„ con Andy Paterson, va ad esplorare i meccanismi dell'egemonia delle multinazionali analizzando con chiara vena d'indignazione il potente sistema di marketing fatto di cene con i pediatri, conferenze sulla nutrizione, sponsorizzazioni, cadeaux a medici e assistenti, presentazioni alle persone giuste, e lo fa graffiando in più momenti, dalla scena del reclutamento all'americana dei neoassunti, chiamati a ruggire appunto come tigri, alla lotta per accaparrarsi di dottori a Tripla “A”, quelli con tanti pazienti, fino al riferimento chiaro alla Nestlè. «Si tratta di una storia che ha più a che fare con il Pakistan – ha spiegato Tanovi„ - ma dato che quello non è un posto molto amichevole dove girare ci siamo spostati al confine dell’India». Nel cast, anche l'ex Bondgirl Maryam d'Abo e Danny Huston, in questi giorni sugli schermi anche con “Big Eyes” di Tim Burton.
Da segnalare ancora per oggi, al Teatro Miela alle 16 per il Lux Prize, “Turist” di Ruben Östlund: Premio della Giuria di "Un Certain Regard" a Cannes, è il film svedese entrato nella short list per l'Oscar come miglior film straniero. Un'intelligente e drammatica riflessione sulla famiglia contemporanea venata di humour tagliente, dove un fatto tanto scioccante quanto imprevisto irrompe nella quiete di una famiglia in settimana bianca, scuotendone radicalmente gli equilibri.

Intanto continua la diretta Twitter con l'hashtag #26tsff:


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