Hans Steiner Rio un mondo inciso dal Brasile a Gorizia

S’inaugura l’8 settembre l’omaggio all’artista (1910-1974) che unì due mondi e fu tra i grandi del Novecento
Di Valeria Donelli

di VALERIA DONELLI

«Ho sempre detto che sei nato per essere grafico. Continua a lavorare e non lasciarti influenzare dalle teorie altrui. Devi solo lavorare e un giorno si parlerà di te». Queste le parole che Carlos Oswald - l’artista che eseguì il disegno finale del “Cristo Redentore” di Rio de Janeiro - ripeteva al suo allievo preferito, Hans Steiner Rio. Nativo di Graz ma goriziano d’adozione, questo grande incisore del 900, morto a Gorizia nel 1974, diviene noto con l’appellativo di Rio in omaggio alla città dove aveva a lungo vissuto e operato.

Il lascito dell’artista, formato da centinaia di lastre e da più di 300 incisioni, che è stato di recente messo a disposizione dai proprietari (famiglia Laura Muzzo) con l’intento di valorizzarne il lavoro, è alla base dell’omaggio che la città di Gorizia vuole rendere all’opera incisoria di Steiner, fatta di immagini dalla sorprendente forza espressiva. La mostra “Hans Stainer Rio l-Il segno ritrovato” è la prima antologica dell’artista a 40 anni dall’ultima mostra: un'importante retrospettiva dedicata a un vero e proprio “ambasciatore dei due mondi”, che ha messo in dialogo il Brasile e la vecchia Europa. L’artista Franco Dugo, il critico d'arte di Sãn Paolo del Brasile Paulo Leones Gomes Vergolino, il curatore della Pinacoteca dei Musei Provinciali di Palazzo Attems Alessandro Quinzi e il critico d’arte Giancarlo Pauletto, responsabile culturale del progetto, compongono il comitato scientifico, affiancati dalla referente del progetto Patrizia Barbieri dell'Associazione Ethos.

Hans Steiner Rio nasce a Graz nel 1910, ma trascorre parte della sua infanzia e giovinezza a Gorizia, dove inizia gli studi. Nel 1930 emigra in Brasile, dove concretizza la sua vocazione artistica approfondendo gli studi di incisione e di pittura con il maestro Carlos Oswald (Firenze 1882–Petrópolis, Brasile 1971), realizzando le prime esposizioni e diventando in breve tempo uno dei più noti incisori brasiliani del ’900. Negli anni ’40 espone in numerose personali ed è presente ai vari Saloni nazionali di Belle arti di Rio, ottenendo riconoscimenti e premi. Nel 1950 torna in Europa e nel 1951 espone al Museo Etnologico di Klagenfurt. Nel 1952 è di nuovo in Brasile dove compie viaggi di studio all’interno della foresta amazzonica, documentando nelle incisioni la vita delle popolazioni indigene. Dal 1964 espone ad Amburgo, Vienna, Klagenfurt, Gorizia, Trieste, Vicenza, Verona. Nel 1970, per ragioni di salute, si trasferisce definitivamente a Gorizia. Continua a esporre regolarmente a Trieste, Roma e Pordenone sino alla morte.

Opere dell’artista sono conservate in collezioni private e pubbliche in Europa e in Brasile: da segnalare il Museo Albertina di Vienna il Landesmuseum für Kärnten di Klagenfurt, l’Ibero-Amerika Haus di Amburgo la Biblioteca Nazionale Brasiliana.

La mostra, che sarà affiancata da un’ampia monografia (a cura di Chiara Aglialoro e Alessandro Quinzi), intende valorizzare l’opera incisoria di Steiner-Rio attraverso un percorso espositivo che presenti al pubblico il materiale artistico di maggiore pregio sia da un punto di vista tecnico (xilografie, puntesecche, acquatinte, acquaforti) sia da un punto di vista dei contenuti. Ma sarà messo in risalto anche il valore e la figura di Steiner come “ambasciatore” della cultura e cantore del paesaggio brasiliano in Italia e in tutta Europa.

La progettazione della mostra è stata avvantaggiata dalla disponibilità del lascito dell’artista nel quale si conservano le lastre originali, che già di per sé meriterebbero un’esposizione, stampe originali e diverse prove di stampa, e un quaderno autografo con l’elenco puntuale di tutte le incisioni. L’esposizione di un centinaio di opere - dall’8 settembre al 13 novembre - sarà allestita al pian terreno del settecentesco Palazzo Attems Petszenstein Info su: www.hsteiner.it

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