I ’60 Ruggenti portano in piazza a Trieste la magia dei mitici Sixties

Mercoledì 14 agosto in piazza Verdi hit italiane e straniere: un concerto benefico per l’Hospice Pineta del Carso
Gianfranco Terzoli
Dal 2005 fa ballare e cantare anche tanti giovanissimi
Dal 2005 fa ballare e cantare anche tanti giovanissimi

TRIESTE I "vecchi leoni" tornano a ruggire. I '60 Ruggenti si esibiranno anche nell'estate 2024 mercoledì 14 agosto in piazza Verdi alle 21, in una serata benefica a ingresso libero presentata da Leo Zannier.

Un amatissimo revival dei favolosi Sixties, il loro, che nasce nel 1990 da un incontro tra amici che negli anni '60 suonavano nei locali della città e che si è trasformato in due serate da tutto esaurito in uno storico dancing cittadino, con una ventina di gruppi e 130 musicisti che hanno fatto rivivere a oltre 4.000 persone l'emozione del "ritrovarsi in musica". Un concetto che, incarnato dal caratteristico logo con il leone dagli occhiali fucsia, ha ispirato tutte le successive reunion dei complessi (allora si chiamavo così) che hanno scandito gli anni anni d'oro delle balere triestine.

Dal 2005, I '60 Ruggenti sono diventati una vera e propria band, protagonista di numerose serate che spaziano tra vari generi musicali: dai classici italiani anni ’60-’70, al rock e al funk più energici d'oltreoceano. Il tutto arricchito dalla creatività e dall'entusiasmo di chi ha sempre dedicato, e continua a farlo, tanta passione alla musica: Silvio Vanyis alle tastiere, voce e arrangiamenti, Giulio Miladossi alla tromba, Ciro Di Maro al sassofono, Diego Gregoretti alla chitarra, Roby Rosso alla batteria, Marco Stanisci al basso, Donatella Bernetti alle tastiere, voce e chitarra acustica, Mario Rosso, Pino Rigotti e Paolo Ferfoglia alle voci.

Per i "ruggenti" il divertimento si accompagna da sempre però anche all'impegno e alla solidarietà. Negli ultimi dieci anni, il loro supporto si è concentrato sull'associazione Amici dell’Hospice di Pineta del Carso, che opera nel campo dell'assistenza e del sostegno nel fine vita.

Il repertorio delle serate comprende i maggiori successi degli artisti del tempo, come Fred Bongusto, Peppino di Capri oppure I Giganti o Adriano Celentano, Elvis Presley, Paul Anka, The Beatles, Gianni Morandi solo per citarne alcuni e brani che non appartengono alla decade dei ’60, ma rappresentano successi degli anni ’70-’80, come "You're the First, the Last, My Everything" di Barry White, "Qui e là" di Patty Pravo, "Impressioni di settembre" della Pfm, "Un'avventura" di Lucio Battisti, la versione rivisitata de "La casa del sole", cover di "The House of the Rising Sun" interpretata dai Bisonti, "Dr. Jazz & Mr. Funk" dei Ladri di Biciclette, "River Deep Mountain High" di Tina Turner e tanto altro per due ore filate di musica.

Ma a cosa si deve tanto successo? «Non so se per una questione di affetto o perché siamo gli unici testimoni del tempo a rappresentare un periodo in cui si viveva in musica - commenta Rigotti - ma a Trieste Estate abbiamo sempre incontrato un pubblico straordinario, che ci ha seguiti anno dopo anno. La presenza anche di tanti giovani credo sia legata alla curiosità di ascoltare qualcosa di inedito per loro, ma sia dovuta pure al fatto che la musica dal vivo rimane sempre e comunque un’esperienza unica. Siamo convinti, poi, che la scelta di dedicare le nostre serate alla solidarietà sia stata quella giusta, fin dal primo evento e per questo - conclude Rigotti - dobbiamo ringraziare il nostro pubblico che ha sempre risposto con grande generosità».

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