La guerra di Johnny, il moderno Enea di Fenoglio
A Italo Calvino, in una lettera, lo raccontava come «il libro grosso». Ma, in cuor suo, Beppe Fenoglio sperava che quello, un giorno, potesse diventare il “libro dei libri” sulla Resistenza. Purtroppo, il ciclo del partigiano Johnny, lo scrittore nato ad Alba nel 1922 non è mai riuscito a finirlo. Anche perché un cancro ai bronchi si è portato via l’autore piemontese nel 1963. Due anni dopo la nascita della figlia Margherita.
Adesso, il sogno di Fenoglio in qualche modo riprende forma. Perchè Einaudi pubblica, nella splendida collana delle Letture, “Il libro di Johnny” (pagg. 791, euro 28). Ovvero, il ciclo più visionario, appassionante e importante che sia mai stato concepito sulla Resistenza. Con evidenti riferimenti all’Eneide, ma anche al monumentale ciclo omerico dell’Iliade e dell’Odissea. Come sottolinea Gabriele Pedullà, che ha curato il volume, nel suo importante e affascinante saggio introduttivo.
Johnny, agli occhi del lettore, appare adesso, nel ciclo che riunisce “Primavera di bellezza” e “Il partigiano Johnny”, come l’Enea, l’Ulisse della Guerra di liberazione.
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