L’assassinio di Rabin, un mistero per Amos Gitai

A 20 anni dai fatti Israele riapre il dossier dell'omicidio del premier Yitzhak Rabin e lo fa al cinema. Da quella tragica sera del 4 novembre del 1995, quando Israele assistette sconvolta all'uccisione di uno dei suoi leader più amati, ma anche osteggiato, due film ripercorrono quelle ore drammatiche. Nello scorso giugno è uscito un controverso docu-film dedicato proprio alla figura dell'assassino di Rabin, l'estremista ebreo di destra Yigal Amir. Intitolato 'Beyond the fear' (Oltre la paura), di Herz Frank e Maria Kravchenko, la pellicola narra la relazione tra il detenuto a vita più sorvegliato del Paese e la moglie Larisa Trembovler sposata in carcere.

Inserito nella selezione ufficiale del Festival di Gerusalemme, il docu è stato ritirato dal programma dopo polemiche roventi segnate dalla minaccia del ministro della Cultura Miri Regev di sospendere i fondi pubblici al Festival. Lo si è potuto vedere solo in forma privata, anche se all'interno della rassegna stessa. Il docu su Amir ha suscitato forti rimostranze ed è stato accusato di banalizzare il male. L'ex presidente Shimon Peres - che era accanto a Rabin quando questi fu ucciso - ha parlato di un film fatto «non in buona fede ma di un prodotto» di propaganda volto a rivalutare l'immagine di Amir.

Alla Mostra del Cinema di Venezia arriva invece “Rabin, the last day” del regista israeliano Amos Gitai che sarà presentato in concorso il domani. Come dice il titolo si incentra sulle ultime 24 ore del premier fino al momento dell'uccisione da parte di Amir a Piazza dei Re di Israele nel cuore di Tel Aviv alla fine di un comizio pro pace. Una piazza che da quel giorno porta il nome di Rabin.

Il film di Gitai è una mega produzione che schiera oltre 70 attori, tra cui nomi famosi del cinema israeliano come Yael Abecassis, Liron Nevo, Tomer Russo. Ad interpretare Amir c'è Yogev Yefet.