Omaggio all’irriverente Zevola e ai libri forati di Jordi Alcaraz

La Galleria Torbandena si affaccia alla primavera con un nuovo, interessante evento: oggi, alle 18.30, ci sarà una doppia inaugurazione; al pianterreno verranno esposte le opere di Jordi Alcaraz con...

La Galleria Torbandena si affaccia alla primavera con un nuovo, interessante evento: oggi, alle 18.30, ci sarà una doppia inaugurazione; al pianterreno verranno esposte le opere di Jordi Alcaraz con la mostra dal titolo “Llibres de rellotgaria” e al piano superiore ci saranno le tempere di Oreste Zevola. Quest’ultimo, scomparso quattro anni fa, è stato un grande artista napoletano che ha avuto un legame profondo con Trieste per moltissimi anni. Le sue opere alla fine di quest’anno verranno esposte in una maestosa antologica a Castel Sant’Elmo a Napoli. Disegnatore, acquerellista, ceramista, scultore ha spaziato nei vari campi dell’arte e ha esposto in luoghi prestigiosi quali tra gli altri il Centre Pompidou di Parigi, il Musée de Beaux Arts di Caen, il Palais de Beaux Art di Tolosa, il Castel dell’Ovo a Napoli ed in affermate gallerie quali Antonia Jannone di Milano, Cesare Manzo di Pescara, Studio Morra di Napoli.

Una raccolta di poesie dal titolo “Bacioni da New York” con illustrazioni di Oreste Zevola pubblicato nel 1983 da Alessandro Rosada, che dirige la galleria Torbandena da trent’anni, è stato l’inizio di una proficua collaborazione. Il rapporto tra i due si è sviluppato da subito in maniera intensa grazie alle comuni passioni: l’arte e l’amore per i cani. «Acquerelli più preziosi di un gioiello - li definisce Rosada nel suo raccontare la grande amicizia, la fratellanza, nel testo in catalogo – lo scatto crudo e raffinatissimo del tuo pennello, quasi degli ex voto senza divinità, così moderni, irriverenti».

La nuova raccolta di pensieri di Alessandro Rosada, impreziosita dalle opere di Oreste Zevola dal divertente titolo “Pulcis in fundo” è dedicata appunto ai cani, anche a quelli del canile di Licola creato molti anni fa proprio da Zevola e nel quale oggi è sepolto assieme a tanti amori pelosi che lo hanno accompagnato in vita. Il sodalizio tra il gallerista e l’artista è andato consolidandosi attraverso progetti ed eventi che hanno riscontrato successo di pubblico e critica.

La Torbandena presenta per la terza volta una personale di Jordi Alcaraz, artista molto affermato dell’arte contemporanea, che ha esposto nelle migliori gallerie e nelle fiere d’arte internazionali da Art Basel ad Art Cologne, da Arco Madrid ad Art Miami da Pulse New York a Art Hong Kong. L’artista sarà presente la sera dell’inaugurazione della mostra. Le opere di Alcaraz sono soavemente materiche, egli trova libri nei mercatini delle pulci e li modella sulla propria idea ed il personale intimo sentire, li rende antichi tramite processi di ossidazione e procedimenti vari. I libri sono poi attraversati da crepe, fori profondi che non tendono alla deturpazione dello stesso quale simbolo della cultura ma la contemplano come un’esplosione dall’interno verso l’esterno, dall’intimo contenere al trasbordante condividere. Il lacerare di Jordi Alcaraz non è un atto distruttivo è al contrario il tentativo di un’unione della cultura al mondo circostante, ad una contemporaneità che è spesso distratta e tristemente disattenta. «Questa cultura – scrive Rosada – per così dire meccanica, è però qualche cosa in più: è l’anelito a tenere sotto controllo un mondo che dalle pagine dei giornali sembra allo sfascio, è la piccola e personale volontà di non farsi dominare dalle barbarie e di stimolare anche il prossimo più vicino a guardare in là».

Entrambe le personali, visitabili fino al prossimo 15 maggio, sono supportate da un esaustivo catalogo delle edizioni Torbandena.

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