Per il compleanno di Satie al Miela occorre portarsi la sedia da casa

SatieRose: musica come non l'avete mai vista né sentita. Un monumentale pianoforte al centro della sala del Teatro Miela. Via le consuete poltrone e tutto intorno invece, come costellazioni, le più disparate "sedute per musica d'arredamento".
Sedie, sgabelli, cuscini, poltrone: tutto ciò che gli spettatori sapranno portare da casa per augurare a Erik Satie un buon compleanno. In compagnia dei migliori pianisti, italiani e non solo. Da domani l'ombra lunga e luminosa del compositore francese, la sua contagiosa "satie-mania", torna ad abitare come ogni anno il Miela.
Con lo stesso spirito di innovazione e la stessa voglia di divertimento, SatieRose rilancia la manifestazione portata avanti per lungo tempo da Rosella Pisciotta insieme a Cesare Piccotti. E lo fa già dal titolo.
«Sono passati più di due anni da quando Rosella ci ha lasciati, ma qui al Miela siamo tutti dell'idea che festeggiare una personalità come Satie resti una buona occasione per far incontrare la qualità dell'offerta musicale, il piacere della condivisione e, perché no, il guizzo della provocazione» spiega Eleonora Cedaro, che ha curato il programma 2019, mettendoci dentro solida competenza e giovane passione.
Erik Satie definiva la sua tarda produzione - quella degli anni in cui divampava la prima guerra - musica d'arredamento. E divertendosi forse ancora di più: musica-tappezzeria. Da questa idea è partita la "chiamata" che Cedaro ha rivolto a una decina di artisti del pianoforte. I quali con lo spirito eccentrico e giocoso che è l'eredità di Satie, andranno a comporre fino a venerdì 17 (e certamente per scaramanzia) il programma della manifestazione presentata ieri anche da Miloš Budin e Francesco De Luca, presidente e direttore al Miela.
Così la prima serata, domani, vedrà un talento del pianoforte italiano, Agnese Toniutti, cimentarsi sì con le musiche di Satie, Glass, Shiomi, ma anche con una personale lettura dello spartito grafico del compositore e artista di Fluxus, Dick Higgins, e con la prima assoluta di un pezzo di Philip Corner: "A really lovely piece made for e by Agnese (2019)".
Attorno al pianoforte, dalle pareti del Miela, occhieggeranno intanto le partiture grafiche, i manifesti, le fotografie, i libretti di sala che il collezionismo raffinato di Cristina Burelli e Sara Candotti ha saputo mettere insieme come omaggio a Fluxus, la corrente artistica che in Satie aveva visto certo un precursore.
Ognuno degli appuntamenti di SatieRose, ha però una ragione speciale d'attenzione. Dalla riscoperta che due veterani satie-maniaci, Aleksander Rojc e Stefano Dongetti, hanno fatto dell'opera di Silvio Mix, compositore futurista nato a Trieste nel 1900 ("Preludio per un canarino", martedì 14), alle due suite colorate di blu, come i suoi abiti, i video, i tratti del volto, che Alessandra Celletti, presenterà domenica 12. Nella stessa serata, anche la performance (o "informance", come la chiama lui) che il regista sloveno Dragan Živadinov, pensa di dedicare a Edvard Zajec, artista di una Trieste un tempo innovativa e pioniere, già negli anni Sessanta, della grafica computerizzata. Gli studenti del Conservatorio Tartini e il quartetto jazz di Gianni Bertoncini completeranno mercoledì e giovedì l'offerta.
Fino all'imprevedibile serata del 17 in cui "Triadic Memories", che Morton Feldman aveva pensato come composizione "a fisarmonica" (variabile cioè da 65 a 120 minuti), concluderà sotto le dita di Anna D'Errico, una settimana intera di libertà percettiva. —
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