Quando Trieste seguì sul Piccolo i crimini di Jack lo Squartatore, primo serial killer

Nel 1888 i delitti di Whitechapel appassionarono anche i lettori triestini. Era il primo caso di omicidi seriali di risonanza mondiale  
Police Constable Neil finds the body of MARY ANN NICHOLS in Buck's Row, Whitechapel Date: 31 August 1888
Police Constable Neil finds the body of MARY ANN NICHOLS in Buck's Row, Whitechapel Date: 31 August 1888

la storia

pierpaolo martucci

«Sul limitare di Whitechapel, uno dei più vasti e popolosi quartieri di Londra, sono state raccolte quattro giovani donne trucidate nello spazio d’un mese, dal 7 dello scorso agosto al 8 del corrente mese. La prima era colpita al cuore, la seconda al cuore ed alla testa, la terza alla testa, alle spalle ed ai reni, la quarta un po’ dappertutto, ai reni, al ventre e alquanto più giù».

È l’inizio di un lungo articolo anonimo, che campeggia sulla prima pagina del Piccolo della Sera del 19 settembre 1888, con l’ambiguo titolo “Vita inglese. Per una strage”. Quel giorno i triestini apprendono degli orrendi crimini commessi dal primo serial killer a risonanza mediatica internazionale, di certo il più celebre, di lì a poco immortalato col nomignolo di Jack the Ripper, lo Squartatore.

Nelle settimane successive il quotidiano riporta nuovi aggiornamenti sotto un occhiello da feuiletton: “I misteri di Londra”. Il 1° ottobre, poche, terribili righe battute per telegrafo: «Nel quartiere di EastEnd furono trovate assassinate due altre donne. I corpi hanno il collo reciso e sono orribilmente mutilati. Continua la strage di White-Chapel».

Fra il 10 e l’11 novembre il giornale pubblica la notizia di «un’altra donna assassinata e mutilata», una «certa Kelly, di facili costumi». Non omette descrizioni macabre: «la testa recisa completamente trovavasi tra le mani della vittima. Il ventre era squarciato e levato l’utero, strappati gli occhi. Deposti sovra un tavolo vi erano i ferri che avevano servito per la truce operazione». Mary Jane Kelly fu l’ultima e più giovane delle vittime “ufficiali” del mostro, quella che subì le mutilazioni più atroci. Il particolare del ritrovamento dei “ferri” non corrisponde invece a realtà, così come quello della decapitazione.

In effetti nelle colonne del Piccolo di quei mesi i tratti fantasiosi ricorrono, a testimonianza di come nei vari passaggi i resoconti venissero alterati, forse per renderli più eclatanti e morbosi.

Il 19 settembre, ad esempio, si scrive di quattro prostitute trucidate, a partire dall’inizio di agosto. In realtà erano state due: il primo delitto dello Squartatore risale al 31 agosto 1888, il secondo è scoperto l’8 settembre. In una nota dell’11 novembre si parla di nove (!) assassini commessi a Whitechapel rispetto ai cinque storicamente attribuiti al killer e il 15 novembre si dà addirittura notizia dell’arresto del “preteso sventratore”, un sedicente “dottore in medicina” consegnatosi alla polizia per sfuggire all’ira della folla.

Ma l’ignoto autore del pezzo pubblicato a settembre si era spinto a tracciare una sorta di “profilo” del criminale, avallando la “voce pubblica” che ipotizzava un unico colpevole: «Chi è costui e perché ha egli consumato la strage? (…) a credere alle prime indagini non vi fu scopo di furto. (…) Furto adunque no. Gelosia forse? Non credo. Che si possa amare sino al delitto una femmina da moneta si è visto più volte, specie nelle sfere men pure della moderna società. Ma quattro! Io credo adunque che il misterioso consumatore della strage, abbia ucciso per un istinto di brutalità, alimentato dalla fiamma della libazione quotidiana. Colto dalla rossa visione dei bevitori eccessivi, egli sentiva il bisogno di affondare la mano in una carne morbida, bianca, cedevole che piegasse senza resistere sotto il ferro omicida. (…) Il mostruoso crescendo della sua opera di distruzione, dimostra appunto l’egotismo di questa mano che ama spaziare in libertà. (…) Alla quarta vittima il ferro omicida non è più il pugnale dell’assassino, ma il coltello del beccaio».

Particolare inquietante: come si è detto, alla data del pezzo le vittime dello squartatore erano in realtà solo due; però la colorita prosa del cronista descrive un’escalation che, per certi versi, si sarebbe verificata realmente.

Ma sbaglia nella conclusione: «La strage è finita. Ma non per virtù della polizia (…) La carne morbida e bianca (…) verrà a mancare alla punta del suo coltello, perché tutte le donne del Whitechapel hanno deciso di non più uscire di casa la sera. Esse hanno paura dello scannatore e gridano al finimondo coprendo di contumelie la polizia che non seppe sinora liberare la contrada da un simile mostro».

Invece lo “sciopero” – se mai vi fu – durò poco. Le disgraziate vittime, semplicemente, non se lo potevano permettere. La strage, lo sappiamo, continuò. —

(le precedenti cronache giudiziarie e di nera sono state pubblicate il 29 settembre, 28 aprile e 4 febbraio 2019 e il 25 settembre e 9 luglio 2018)

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