Riecco “The Secret”: «Dopo tre anni di stop ritroviamo la passione per il nostro metal»

L’INTERVISTA TRIESTEDopo tre anni di pausa (sei dall’ultimo album), i triestini The Secret, nome di culto a livello internazionale per l’hardcore metal, tornano in pista più potenti che mai con un ep...

L’INTERVISTA

TRIESTE

Dopo tre anni di pausa (sei dall’ultimo album), i triestini The Secret, nome di culto a livello internazionale per l’hardcore metal, tornano in pista più potenti che mai con un ep intitolato “Lux Tenebris”. Formati nel 2003, nel 2004 è uscito il debutto “Luce”, cui hanno fatto seguito “Disintoxication”, “Solve et Coagula”, fino a “Agnus Dei” del 2012; sono stati la prima band italiana approdata all’etichetta americana Southern Lord (con cui esce anche il nuovo lavoro), hanno calcato i palchi di tutto il pianeta al fianco di Converge, Sunn O))), Kvelertak e Toxic Holocaust e hanno suonato a festival come Roadburn e Hellfest.

«Sono ormai l’unico triestino», spiega il frontman Marco Coslovich. «Il chitarrista Michael Bertoldini, che ha abitato a Trieste per una decina di anni, ora vive ad Amsterdam. Il bassista Lorenzo Gulminelli è romagnolo e il batterista Tommaso Corte abita in zona Spilimbergo. La distanza non è dalla nostra ma ci sentiamo regolarmente e pianifichiamo tutto via email per poi provare tra Rimini e Ravenna. Negli anni abbiamo cambiato formazione ma siamo sempre riusciti ad avere una continuità nello scrivere musica e proporla live in tutta Europa, Stati Uniti e Giappone. Ad aprile andremo per la prima volta in Russia, a San Pietroburgo e Mosca».

Una lunga pausa: come mai?

«Con “Agnus Dei” eravamo sempre in tour: il sogno di ogni musicista e fonte di esperienze bellissime ma quando il meccanismo si inceppa può diventare molto frustrante. Le relazioni tra di noi si sono progressivamente deteriorate e non riuscivamo più a stare bene. Suonare diventa un “dovere” e perde completamente il senso. Per un lungo periodo abbiamo chiuso i rapporti e ci siamo concentrati sulle nostre vite, “congelando” la band. Il tempo ci ha fatto capire che la musica era ancora parte di noi e che volevamo continuare con questo progetto. Sono cambiate molte cose, noi compresi. Cambiamenti positivi, sia come individui che come membri della band».

Ora un ep, “Lux Tenebris”.

«Nato dalla voglia di riscrivere musica. Ci siamo resi conto che molte persone erano ancora interessate alla band e forse questa è stata la spinta in più per farci ritornare in studio a registrare nuovi pezzi a cui Michael aveva già lavorato, quando ci siamo rivisti ognuno ha portato il suo contributo. L’esperienza nello studio di Rimini del nostro amico e fonico Steve Scanu è stata forse la migliore di sempre, il mood generale era molto rilassato, situazione perfetta per ritrovare l’alchimia. Sono molto soddisfatto e orgoglioso del risultato».

Cosa c’è di nuovo?

«La musica dei The Secret è il nostro catalizzatore di negatività, oggi come ieri. Siamo ancora una band aggressiva e il feeling che esprimiamo continua a essere oscuro e pesante. Rispetto al passato forse ci stiamo lentamente allontanando dall’immediatezza dell’hardcore e punk per addentrarci ed esplorare maggiormente la nostra vena black metal. “Lux Tenebris” è un lavoro più complesso, con più dinamiche, spazio e atmosfere all’interno dei pezzi per ispirare una sorta di percorso per chi ascolta. Pur rimanendo molto oscuri, ho lavorato sui testi in maniera più profonda e astratta per offrire maggiori chiavi di lettura».

Il 28 suonate a Bologna, a novembre a Milano. A Trieste, Tetris e Etnoblog non ci sono più. Alternative?

«Purtroppo no. I ventenni di oggi non sono interessati alla musica live fatta con veri strumenti e persone che li suonano (e se ci sono, sono troppo pochi) perché sono presi da sintetizzatori e vocoder. Il futuro dipenderà dalle loro scelte».

The Secret sono tornati per restare?

«La band è ancora una delle nostre priorità. L’abbiamo sempre vissuta molto seriamente e per questo ci siamo creati delle condizioni il più possibile favorevoli per riuscire a coniugare tutto. Al momento lo facciamo perché ne sentiamo l’esigenza e continueremo fino a quando saremo spinti da questa passione». —

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