Uto Ughi a Gorizia: «Le quattro stagioni sono il poema della natura»

GORIZIA. Alla popolarità di Uto Ughi si unisce quella delle pagine che lo vedono violino solista: “Le quattro stagioni” di Vivaldi. Ma il concerto di sabato 23 novembre, al teatro Verdi di Gorizia,ha sul palco anche i Solisti Veneti e il flautista Andrea Griminelli, altro nome apprezzato nel mondo musicale internazionale. Nel programma della serata, anche altri lavori vivaldiani: i Concerti dell'op. 10 (“La tempesta di mare”, “La notte”, “Il gardellino”).
Maestro Ughi, il suo rapporto con i Solisti Veneti è cambiato dopo la scomparsa del direttore storico, Claudio Scimone?
«Certamente, nel senso che ho una nostalgia bruciante delle serate con lui, delle prove, dell’entusiasmo che infondeva. Abbiamo fatto centinaia di concerti, ma in Scimone non ho mai trovato un calo di tensione, di concentrazione: raramente ho conosciuto un artista coinvolto dalla musica come lo era lui. Ha dato molto alla cultura. Era un punto di riferimento non solo per i Solisti Veneti, ma per tutto il mondo musicale italiano. È stato il riscopritore di Tartini e di tutta la scuola italiana del ‘700, anche se abbiamo eseguito pure compositori più recenti».
Da quanto conosce il flautista Griminelli?
«Da parecchi anni e lo trovo un musicista molto serio. Inoltre, è simpatico, intelligente, cordiale: mette di buon umore. Suonava spesso ai concerti di Pavarotti».
Qual è il suo rapporto con “Le quattro stagioni”?
«Le ho suonate numerose volte, per esempio con la mia orchestra da camera di Roma e le ho anche registrate. Sono il poema della natura, una delle musiche più ispirate e più geniali di ogni epoca. Vivaldi è un musicista che arriva dappertutto. Chi ama la natura, non può non amarlo. E poi “Le quattro stagioni" sono una musica figurativa: è accompagnata da sonetti che le illustrano in modo meraviglioso. In genere, quando le eseguo, adotto un sistema...».
Quale?
«Prima di ogni stagione, leggo il sonetto che le corrisponde e faccio avvertire le consonanze tra musica e parole. Può sembrare un sistema un po' frammentario per l’esecuzione musicale, ma la mia non è certo una lezione sui sonetti. Mi limito a qualche esempio, illustrando lo scorrere del ruscelli, le tempeste primaverili, gli animali che scappano».
Anche a Gorizia lo farà?
«Penso proprio di sì, perché ho notato che si tratta di un sistema che interessa il pubblico. Molte volte si ascoltano le stagioni da capo a fondo, se ne apprezza enormemente la musica, ma non si sa esattamente cosa le note descrivono».
Suonerà lo Stradivari o il Guarneri?
«Penso lo Stradivari, perché ha un suono più solare, apollineo, mentre il Guarneri ha un suono più romantico, più dionisiaco, più vicino a Schumann e a Brahms. Lo Stradivari, per Vivaldi e per Mozart, ha una trasparenza di suono che il Guarneri non ha». —
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