L’oncologo Vernieri: «Dieta mima-digiuno per affamare i tumori e attivare le risposte»

Il ricercatore dell’Ifom le sue scoperte al centro di un incontro sabato 27 settembre: «Restrizione letta come pericolo. E il sistema immunitario si risveglia»

Giulia Basso
Claudio Vernieri, oncologo e ricercatore dell’Ifom e dell’Istituto Nazionale dei Tumori
Claudio Vernieri, oncologo e ricercatore dell’Ifom e dell’Istituto Nazionale dei Tumori

Affamare il tumore senza indebolire il paziente. È questa l’intuizione rivoluzionaria che Claudio Vernieri ha trasformato in realtà clinica, aprendo una strada completamente nuova nella lotta al cancro.

L’oncologo e ricercatore dell’Ifom e dell’Istituto Nazionale dei Tumori, docente all’Università di Milano, utilizza l’alimentazione come strumento terapeutico di precisione: la sua strategia combina dieta mima-digiuno e interventi nutrizionali personalizzati per riprogrammare il metabolismo delle cellule tumorali, creando uno “shock metabolico” che le indebolisce mentre risveglia il sistema immunitario.

Un approccio che ha già dimostrato sicurezza ed efficacia su oltre un centinaio pazienti e che gli è valso un prestigioso Erc Starting Grant da 1,5 milioni di euro per il progetto Metabalancecancer. Le sue scoperte saranno al centro dell’incontro di sabato 27 settembre a Trieste Next: “Alimentazione a tutto tondo: dalla prevenzione al supporto alla cura”.

Dottor Vernieri, quando parliamo di alimentazione e prevenzione oncologica, esiste davvero un “menu anti-cancro” basato su evidenze scientifiche solide?

«I singoli supercibi sono un mito: la vera protezione arriva da pattern alimentari equilibrati e sostenibili nel tempo e, più in generale, da uno stile di vita sano. Le regole d’oro sono semplici: prima di tutto non fumare – è questo il fattore più importante. Poi limitare o evitare gli alcolici, perché più si consuma alcol, più aumenta il rischio di tumori al fegato, pancreas e mammella. Quanto all’alimentazione, è importante mangiare in quantità tali da prevenire sovrappeso e obesità, che sono associati a tantissimi tipi di tumore. E adottare uno stile alimentare basato su cibi di origine prevalentemente vegetale – cereali integrali, legumi, verdure, frutta, grassi vegetali come l’olio extravergine d’oliva. Lo stile mediterraneo è esattamente questo».

Lei parla di “metabolic reprogramming” dei tumori. Cosa significa in termini pratici?

«Le cellule tumorali hanno riprogrammato le proprie necessità metaboliche, diventando dipendenti da quantità eccessive o sbilanciate di nutrienti. Il tumore è un individualista: agisce senza preoccuparsi di ciò che c’è intorno, utilizzando al meglio tutto quello che trova per crescere. È come una Ferrari lanciata in autostrada – raggiunge velocità altissime ma se le viene a mancare il carburante, rischia di spegnersi. La nostra strategia è duplice: togliamo al tumore il carburante attraverso la restrizione calorica, e contemporaneamente attiviamo il sistema immunitario».

Come funziona nella pratica la dieta mima-digiuno che avete sviluppato?

«È uno shock metabolico di 3-5 giorni che replica gli effetti del digiuno completo permettendo però un minimo introito calorico. L’obiettivo principale è creare un intervento rapido e mirato, non far perdere peso. La restrizione viene percepita dall’organismo come un segnale di pericolo: perciò attiva ormoni come adrenalina e cortisolo che risvegliano il sistema immunitario contro le cellule tumorali».

Il progetto Metabalancecancer punta sulla personalizzazione. Cosa significa?

«Il futuro è la nutrizione oncologica personalizzata, che tenga conto delle caratteristiche specifiche di quel tumore, di quel paziente. Come gli esseri umani hanno dipendenze diverse – sigarette, alcol, social media – così ogni tumore ha le sue dipendenze metaboliche. Uno dipende dagli zuccheri, un altro dalla glutamina o metionina. L’intelligenza artificiale ci aiuta a integrare genomica, radiomica, patomica per capire i punti di vulnerabilità specifici e intervenire con precisione chirurgica». —

 

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