Inizia Trieste Next: taglio del nastro per il festival della ricerca scientifica

L’inizio ufficiale della kermesse alla presenza di numerosi rappresentanti istituzionali. Si osserverà un minuto di silenzio per Marta Giannelli durante l’evento con il Nobel Kobilka

Valeria Pace
Il taglio del nastro in piazza Unità (Lasorte)
Il taglio del nastro in piazza Unità (Lasorte)

Prende il via ufficialmente Trieste Next con il taglio del nastro in piazza Unità d'Italia tra gruppi di curiosi e scolaresche che girano per gli stand della piazza. Ha dato il via al Festival della ricerca scientifica con i suoi più di 100 eventi, 300 relatori, assistiti da 200 volontari dell’Università di Trieste.

A partecipare al momento istituzionale sono stati i rappresentanti dei molti enti scientifici della città. Sono intervenuti De Blasio, Vianelli, Brancoli – il gruppo Nem è copromotore della kermesse –, Maurizio Molinari, capo ufficio del Parlamento Ue a Milano, Romanino, Nicola Casagli, presidente di Ogs, e Francesca Iannelli, la portavoce della presidente di Area Science Park, Caterina Petrillo. 

Taglio del nastro per Trieste Next: la prima giornata

L'assessore comunale all'istruzione Maurizio De Blasio ha preso la parola per primo per i saluti. Donata Vianelli, rettrice dell'Università di Trieste ha ringraziato tutta la comunità universitaria coinvolta nella manifestazione, in particolare i 200 studenti volontari e i dottorandi coinvolti.

Ha annunciato anche che si osserverà un minuto di silenzio in ricordo di Marta Giannelli, l'universitaria uccisa da un suv sulle strisce pedonali, durante l'evento con il premio Nobel per la Chimica Brian Kobilka.

Come si fa innovazione? Quali sono le strade per portare la scienza a cambiare la società? E come sviluppare una cultura che sia fertile per l’innovazione stessa? Queste le domande al centro del panel istituzionale di Trieste Next che ha inaugurato il programma dedicato alla cittadinanza del festival – quello aperto alle scuole ha impegnato i giovani e giovanissimi per tutta la mattinata – e preceduto il taglio del nastro simbolico in piazza Unità.

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Presieduta virtualmente dalla statua della Conoscenza nel Palazzo della Regione di piazza Unità, la sessione moderata dal vicedirettore dei quotidiani del gruppo Nem Fabrizio Brancoli, che si è tenuta nel Salone di rappresentanza, ha portato risposte a un tema chiave per favorire la crescita economica e permettere all’Italia e a Trieste di incassare le importanti risorse di conoscenza che vengono prodotte nel Paese e in città, rimanendo così al passo con le velocissime trasformazioni che stiamo attraversando.

Alessia Rosolen, assessore regionale alla Ricerca, che ha portato i suoi saluti in apertura, così come l’assessore comunale all’Istruzione Maurizio De Blasio, ha rimarcato l’importanza di investire «con convinzione su un valore fondamentale come quello del capitale umano» e sulle «tecnologie emergenti come l’Ai, la comunicazione quantistica e il patrimonio dei dati e delle partnership con importanti realtà imprenditoriali e industriali del territorio».

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Se tra scienza e impresa c’è al momento un «matrimonio d’interesse», è necessario che questo diventi «un matrimonio d’amore» per aprire la strada all’innovazione, che necessita capacità di risolvere i problemi, creatività e spirito critico, tutti elementi forniti dai percorsi di alta formazione, secondo il direttore della Sissa Andrea Romanino. Ma per arrivare a questo, prima bisogna sviluppare l’amore per la scienza sui banchi di scuola e costruire una società con competenze scientifiche, cosa che viene meglio quando «si fa scienza» piuttosto che quando la si apprende semplicemente sui libri, ha spiegato la presidente della Fondazione Diasorin già presidente della Fondazione Telethon, Francesca Pasinelli. Airc dunque mette a disposizione ingenti risorse perché i giovani la mettano in pratica, con tanto di programmi per le scuole e borse dedicate a giovani ricercatori per iniziare un loro laboratorio di ricerca, così da riportare a casa i cervelli in fuga e attrarne dall’estero, ha aggiunto Chiara Occulti, la Chief Marketing & Fundraising Officer della Fondazione Airc. Per Donata Vianelli, rettrice dell’Università di Trieste, fare innovazione significa avere il coraggio di «tagliare con il passato» e pure «prendersi il rischio di sbagliare, cosa che non tutti hanno il coraggio di fare».

 

 

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