Agenti uccisi, il video choc del killer in fuga dalla Questura. Intanto la Procura procede con la perizia psichiatrica

TRIESTE E' stato dimesso e subito trasferito nel carcere del Coroneo Alejandro Stephan Meran, il 29enne dominicano accusato del pluriomicidio dei due giovani poliziotti Pierluigi Rotta e Matteo Demenego e di altri otto tentati omicidi. Lo rende noto l'Azienda sanitaria, che in una nota arrivata nella mattinata di lunedì 7 ottobre precisa che l'uomo "è stato dimesso e trasferito presso la Casa Circondariale Ernesto Mari di Trieste dove riceverà tutte le cure sanitarie del caso, come tutti gli altri detenuti che necessitano di assistenza sanitaria".
Nel pomeriggio la polizia di Stato ha diffuso un video nel quale si vede il killer armato in fuga dalla Questura, ripreso dalle telecamere di sorveglianza. Ha due pistole in mano e spara colpi ad altezza d'uomo verso il piantone e poi una volta fuori tenta invano di aprire la portiere di una volante e si dirige verso la Panda della Squadra Mobile che fa velocemente retromarcia. Poi si ripara dietro le auto parcheggiate. Sono alcuni dei frammenti del video diffuso dalla Questura di Trieste sulla sparatoria avvenuta venerdi scorso e che inquadrano l'assassino dei due agenti Alejandro Stephan Meran.
All'inizio del video diffuso dalla questura, che contiene una serie di immagini registrate dalla videosorveglianza in diversi momenti e punti dell'edificio, si vede Alejandro con una sola pistola in mano che entra in una stanza piccola vuota, si volta, e guarda dietro alla porta. Poi le immagini di un'altra videocamera inquadrano l'atrio della Questura, dove l'uomo arriva correndo, si volta a sinistra e, puntando ad altezza d'uomo, fa fuoco contro il piantone impugnando stavolta due pistole (poco prima sottratte ai due agenti Rotta e Demenego - ndr). Subito dopo, in un'altra serie di immagini, si vede l'esterno dell'ingresso principale dell'edificio, dove Meran si avvicina a una volante della polizia parcheggiata tentando invano di aprirla. Infine, correndo incrocia un passante e si dirige verso la Panda della Squadra Mobile, che fa marcia indietro. Quindi si nasconde dietro alle macchine parcheggiate. Poi il video termina, ma l'azione prosegue con la sparatoria ingaggiata tra Meran e gli agenti, che riescono ad immobilizzarlo ferendolo ad una gamba
La Procura intende chiedere una perizia psichiatrica su Alejandro Augusto Stefan Meran. Lo si è appreso oggi. Si tratta di una consulenza tecnica collegiale. A precisare, invece, che «non c'è correlazione tra l'ipotetica inefficienza della fondina e l'episodio che ha visto la morte dei colleghi» della questura di Trieste è stato il capo della Polizia, Franco Gabrielli, al programma 'L'aria che tirà su La7. Il tema degli approvvigionamenti «esiste comunque, perchè abbiamo finanziamenti schizofrenici e siamo perennemente in affanno».
Intanto, in merito ai funerali dei due agenti uccisi, "La novità della camera ardente si realizzerà nel momento in lcui ci vengono restituiti i corpi. Prima bisognerà fare l'autopsia e poi possiamo parlare di date, di scadenze e di formalità". Così il Questore di Trieste, Giuseppe Petronzi, rispondendo in merito alla tempistica dei prossimi giorni. Quanto al conferimento dell'incarico per l'autopsia, il Questore ha ribadito che "ciò dipende dall'autorità giudiziaria". In merito ai funerali dei due agenti, Petronzi ha riferito della possibilità che si svolgano "nei luoghi di residenza". Prima, ha aggiunto, ci sarà anche "un momento - per consentire alla città di Trieste che così calorosamente si è stretta attorno ai ragazzi - per la benedizione dei feretri". A ora, ha concluso, "siamo nel campo delle ipotesi".
Per quanto riguarda il poliziotto ferito si trova ancora ricoverato presso il reparto di Ortopedia e "risulta stazionario con regolare decorso post operatorio".
Sul fatto di spedire in carcere Stehan Meran non ha avuto dubbi il gip Massimo Tommasini, che nella sua ordinanza ha convalidato il fermo e applicato la misura di custodia cautelare. Per lui, infatti, l’assassino «aveva famigliarità con le armi». Ma non c’è traccia «di documenti medici» su un suo possibile disturbo psichico, anche se durante le perquisizioni in casa sua sono stati trovati psicofarmaci.
In cella il 29enne resterà almeno un anno, cioè il termine di “fase” previsto in questo frangente istruttorio per i reati così gravi. Ma fatti comunque salvi eventuali “atti interruttivi”, come ad esempio altre decisioni in sede di Tribunale di Riesame.
Il legale dell’indagato, l’avvocato Gianluca Brizzi, dal canto suo aveva chiesto per l’indagato i domiciliari a casa della madre. Ma per il gip è chiaro che si è trattato di una «mattanza», così scrive nella sua ordinanza. Una mattanza commessa da un individuo che sapeva usare le armi. Il documento ripercorre passo dopo passo quei terribili momenti. Cinque minuti di follia che il pm Federica Riolino ha esaminato minuziosamente.
Tutto è cominciato, come ormai noto, venerdì mattina: la rapina di uno scooter commessa dal dominicano alle 6.42 in via Carducci. Il fratello, Carlysle Stephan Meran, chiama in Questura per avvisare la Polizia informando peraltro gli agenti che Augusto «soffre di una patologia», sebbene non seguito da nessun centro di salute mentale. La notte prima, come riferito dalla madre, il ventinovenne avrebbe detto di aver «sentito voci e visto mostri».
Nell’abitazione della famiglia straniera si presentano il 118 e tre pattuglie, tra cui quella con Rotta e Demenego. I due fratelli dominicani e la madre vengono quindi accompagnati in Questura dagli agenti. Sono le 16.51 quando i poliziotti entrano nell’edificio di via Tor Bandena con Augusto e Carlysle. La madre rimane in macchina. La situazione precipita all’improvviso: Augusto, prima di mettere piede nell’Ufficio prevenzione generale delle volanti, domanda di andare in bagno. «Ho sentito dire dall’agente al suo collega “lo faccio pisciare”», ha riferito Carlysle in una sua testimonianza ai magistrati resa dopo la tragedia.
È Rotta a portare lo straniero alla toilette. Poi le urla. E gli spari: Augusto aggredisce Rotta, gli sfila la pistola di ordinanza e gli scarica addosso quattro pallottole. Demengo esce dall’ufficio a pochi metri di distanza, e viene investito a bruciapelo da altri cinque colpi di pistola. I due agenti sono a terra in una pozza di sangue. Non hanno potuto fare nulla.
Ma Augusto, cieco di follia assassina, afferra anche la pistola di Demenego. Il fratello Carlysle è nell’ufficio, terrorizzato. E si barrica dentro: «Sentivo gli spari, poi sentivo mio fratello che chiamava il mio nome e gridava “mi volevano uccidere” – ha raccontato Carlysle agli inquirenti nella sua descrizione dei fatti – e sentivo che correva avanti e indietro per l’intero corridoio. Urlava “mi vogliono uccidere”, dove sei?».
Carlysle fugge e si nasconde nei sotterranei. L’altro dominicano con entrambe le armi in mano raggiunge l’atrio della Questura. E spara ad altezza uomo contro i poliziotti che vede, ferendone uno alla mano. Qui ci sono le immagini delle telecamere a documentare la scena. I poliziotti rispondo al fuoco. Lo straniero cerca quindi di scappare fuori dall’edificio esplodendo altri colpi in mezzo alla strada contro due auto della Polizia e cercando di salire su una volante per scappare. C’è un’altra sparatoria ma uno degli agenti, il Sostituto commissario Michele De Toni, riesce a colpire l’assassino all’inguine e a neutralizzarlo. Il dominicano, a terra, butta le armi e urla di «non sparare più». Il killer avrebbe potuto ammazzare tutti gli otto poliziotti che ha incrociato sulla sua strada. E qualsiasi altro cittadino che in quel momento poteva trovarsi dentro la Questura o passare, per puro caso, fuori in strada.
Ma gli inquirenti, come fa notare il gip, hanno scoperto che l’assassino ha contatti e appoggi in Germania. Il dominicano è ritenuto senza alcun dubbio un individuo «pericoloso», mosso da una «aggressività» e da una «spinta criminogena». E potrebbe fuggire. Di qui la scelta del carcere immediato.
Intanto ieri la Polizia di Stato ha deciso di rendere pubblico un video in cui si vedono Matteo Demenego e Pierluigi Rotta. «C’è la Volante 2 questa notte, è tutto a posto, dormite sonni tranquilli. Come sempre si inizia, figli delle stelle! Speriamo bene e... niente, buona notte!». Un video toccante, con tutta la spontaneità di due giovani amici e colleghi pronti ad affrontare insieme l’impegno di una notte di pattuglia, con l’entusiasmo di chi ha la fortuna di fare il lavoro che ama. A girarlo, nelle scorse settimane, erano stati proprio loro. Per la prima volta così oltre a vedere i loro volti possiamo sentire le loro voci. Il video è stato pubblicato sui profili social della Polizia di Stato con il seguente post: «Poliziotti, grandi amici, insieme per la sicurezza e la serenità dei cittadini di Trieste. Un’eredità di entusiasmo e responsabilità. Matteo e Pierluigi, voi ci sarete per sempre».
Poliziotti, grandi amici, insieme per la sicurezza e la serenità dei cittadini di Trieste. Un’eredità di entusiasmo e responsabilità.
— Polizia di Stato (@poliziadistato) October 6, 2019
Matteo e Pierluigi, voi ci sarete per sempre.#essercisempre#lamiciziaèunacosaseria pic.twitter.com/xaMesc9ZVD
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