Assunto il figlio dell’assessore Scoppia la guerra dei manifesti

Un’assunzione, frutto di regolare concorso, che sta suscitando polemiche.
Polemiche espresse in maniera a dir poco eclatante e roboante, attraverso 25 manifesti affissi sulle pubbliche vie. L’assunzione finita nel mirino è quella di Luca Sacellini, assunto a tempo pieno e indeterminato in qualità di ufficiale tenente di Polizia locale. Ha stravinto la selezione con un punteggio totale di 51 contro i 48,5 del secondo classificato e i 46,5 del terzo. Chi è costui? È il figlio dell’assessore al Welfare Silvano Romano, nato dal primo matrimonio. Sia chiaro, fa sapere il Comune, il concorso si è svolto «nel pieno rispetto delle regole e della legge, con l’ausilio di una commissione esterna». Peraltro, Sacellini avrebbe potuto scegliere come sede lavorativa anche il Comune di Udine visto che aveva superato brillantemente una selezione pure in quella municipalità, piazzandosi in pole position.
Ma, come accaduto di recente con la partecipazione (senza fortuna) a un altro concorso comunale di Luca Cagliari (presidente del Consiglio) e di Fabio Gentile (capogruppo di Forza Italia), è subito entrato in campo un discorso di opportunità. Per inciso, ma nemmeno tanto, l’autore dei manifesti è Franco Zotti, ex Lega e oggi portacolori del gruppo monocellulare “Legalizziamo Gorizia Zf”. Una partita tutta nel campo del centrodestra che ha la maggioranza (?) e l’opposizione integrate. O disintegrate.
Silvana Romano non vuole commentare l’azione di Zotti. «Si commenta da sé - esordisce -. Esprimo solamente il mio orgoglio di madre perché Luca, mio figlio, ha studiato come un forsennato durante il lockdown e ha partecipato a una decina di concorsi, piazzandosi sempre ai vertici. Era primo anche a Udine ma, risiedendo a Trieste, ha scelto di entrare nel corpo dei vigili urbani di Gorizia. L’unica mia colpa è, evidentemente, quella di avere un figlio bravo e studioso». Ma non ci sarà, quantomeno, imbarazzo? «No. Da assessore io parlo sempre con il dirigente di riferimento (il comandante Muzzatti in questo caso, ndr), non certamente con altri. Nessun problema».
Ma Zotti, da cavallo pazzo, non si pente della sua iniziativa. «Non metto in dubbio la regolarità del concorso. Ma mi chiedo se è etico e opportuno che un assessore faccia partecipare suo figlio a una selezione indetta dal Comune che amministra. Forse, avrà pensato che, siccome il cognome era diverso, nessuno si sarebbe accorto. Ma la città è piccola. Mia figlia, per anni, ha fatto la scrutinatrice ma, quest’anno, non l’ha fatto perché volevo evitare polemiche».
Zotti fa sapere di aver installato 25 manifesti in tutta la città, aggiungendo erroneamente anche una “c” a Sacellini. Purtroppo, ha anche coperto (in almeno un caso) gli avvisi mortuari. «Io ho occupato gli spazi che sono riservati ai partiti e ai movimenti. Quei necrologi non avrebbero dovuto essere lì. L’errore non è mio. Forse mi denunceranno ma non mi faccio intimorire. Io dico le cose in faccia».
Il comandante della Polizia locale, Marco Muzzatti fa sapere che sono in corso accertamenti riguardo alla regolarità di quelle affissioni, soprattutto quelle avvenute oscurando gli avvisi mortuari. «Stiamo verificando assieme all’ufficio tributi - fa sapere -. Qualora dovessero emergere irregolarità, verranno irrogate delle sanzioni». Muzzatti non vuole, invece, commentare i contenuti dei manifesti. —
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