La Casa di comunità prende forma a Gorizia: incognita sul personale
Dopo l’allarme di Comitato e Fimmg, interviene la Uil: «La coperta è corta. Già oggi ci sono voragini». In tutto l’intervento vale 46 milioni di euro

I primi a lanciare l’allarme sono stati, nei mesi passati, il Comitato salute guidato da Adelino Adami e la Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) presieduta da Adriana Fasiolo.
Giovedì, a prender posizione sono i sindacati, nella fattispecie il segretario generale Uil-Fpl Stefano Bressan e il numero uno regionale del medesimo sindacato Luciano Bressan.
Il riferimento è al maxi-cantiere, milionario, che porterà alla realizzazione dell’Ospedale e della Casa di comunità nell’area dell’ex Pneumologico in via Vittorio Veneto che, secondo le previsioni di Asugi, dovranno essere pronti all’inizio del 2026.

Per far rinascere l’area, sono stati stanziati 46 milioni. Pertanto, il contenitore sta prendendo forma. Ma dove si pensa di andare a prendere i professionisti chiamati a operare all’interno?
«Il rischio reale – denuncia la Uil – è che avremo a disposizione una struttura sì all’avanguardia, funzionale, per la quale sono stati spesi tanti denari pubblici ma con immani difficoltà nell’individuare il personale. Già oggi, nell’Isontino, ci sono voragini da colmare. La coperta è corta. Mancano medici e infermieri, nonostante la disponibilità dell’Azienda sanitaria di ingaggiare infermieri con partita Iva. Non sarà facile».
Anche perché, nella sola Casa di comunità è prevista la presenza medica h24, 7 giorni su 7, anche attraverso il servizio di continuità assistenziale e la presenza infermieristica h24, sempre 7 giorni su 7.
La realtà, come spiegato di recente da Adriana Fasiolo della Fimmg, è fatta di «pazienti senza scelta per il medico; medici di medicina generale oberati da un numero eccessivo di assistiti con inevitabili ricadute sulla qualità dell’assistenza; reparti ospedalieri con carenze di personale infermieristico; liste d’attesa; anziani costretti a peregrinazioni per sottoporsi a indagini e, problema sempre più severo nel nostro territorio, la grave carenza di medici di famiglia».

E lo stesso Comitato torna a chiedere, con forza, che vengano offerte «garanzie relativamente all’assunzione di personale sanitario, infermieristico e medico per sostenere le funzioni previste dai nascenti Ospedale e Casa di Comunità all’ex Pneumologico».
Intanto, i lavori vanno avanti. Basta dare un’occhiata all’Albo pretorio di Asugi per essere aggiornati sull’andamento del mega-cantiere di via Vittorio Veneto. Parliamo di “Sal” che, per chi non è avvezzo, è l’acronimo di “Stato di avanzamento lavori”, un documento contabile fondamentale nei cantieri che attesta le lavorazioni eseguite in un certo periodo e il valore del lavoro svolto.
Ebbene: il direttore dei lavori, l’ingegner Pierfranco Mancini, ha emesso l’ottavo Sal dal quale si evince che, a tutto il 16 giugno 2025, sono stati eseguiti complessivamente lavori a corpo per 20.028.124,53 euro di cui 1.131,256,77 per oneri della sicurezza. In riferimento soltanto all’ottavo Sal sono stati completati interventi per 2.607.819,78 euro al netto del ribasso d’asta del 14,5 per cento e comprensivi degli oneri di sicurezza “non ribassabili”.
L’ex Pneumologico mette a disposizione qualcosa come 12 mila metri quadrati che si sviluppano su quattro piani. Il San Giovanni di Dio, ovviamente, continuerà a svolgere le funzioni di ospedale per acuti. Importante anche l’introduzione di 10 posti-letto, destinati al servizio Hospice che, come denunciato più volte dal Piccolo, non ha uno spazio espressamente dedicato.
Ma nel compendio troverà posto anche il Cup e l’attività ambulatoriale per le vaccinazioni. Asugi ha pensato a un sistema di guida dedicato agli ipovedenti e si vorrebbe anche realizzare una struttura di acciaio e vetro per ospitare negozi e un esercizio di somministrazione. L’idea, insomma, è di creare una sorta di “cittadella sanitaria”. Resta da capire dove (e come) sarà individuato il personale.
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