Teatro Rossetti, resta una corsa a cinque

Dalla sporca dozzina alla classica cinquina. Un Rossetti da Premio Strega. La commissione, formata dal presidente del Teatro Stabile Milos Budin con Paolo Quazzolo e Renato Manzoni, ha operato un’ulteriore selezione sulla rosa dei 12 ottenuta passando al setaccio gli oltre 70 curricula di aspiranti direttori artistici del Politeama triestino. Saranno in cinque a contendersi il dopo Calenda (il regista che ha guidato lo Stabile del Friuli Venezia Giulia) per quasi un ventennio.
Non ci sarà Moni Ovadia: l’ex direttore del Mittelfest, esce di scena come pure il duo formato da Nicola Fano e Gioele Dix. Le nomination sono quelle dell’attore superstar Franco Branciaroli (attualmente consulente artistico del Ctb di Brescia) del drammaturgo e regista Furio Bordon (in un remoto passato già alla guida dello Stabile e più di recente a Mittelfest), il regista triestino Franco Però (socio del Teatro Festival di Parma), Ivano Vernelli (ex direttore amministrativo della Contrada di Trieste) e Massimo Navone (direttore della scuola d’arte drammatica Paolo Grassi di Milano). Navone, diplomato nel 1981 al corso di regia della Scuola del piccolo di Milano, rappresenta una novità. Il nome non era mai trapelato finora. La commissione nel proporre la cinquina ha cercato di indicare figure diverse dell’attività teatrale in modo da fornire al consiglio di amministrazione una verità di offerta: dall’attore al regista.
Dal drammaturgo all’organizzatore. In realtà lo Stabile regionale del Friuli Venezia Giulia, alle prese con l’esegesi del decreto legge Valore Cultura del ministro Bray, non ha ancora chiaro di cosa serva per il dopo Calenda. Non sa se può rivendicare un ruolo da teatro nazionale (difficile visto che il numero previsto è quattro) o semplicemente quello di “interesse pubblico”. Non è chiaro neppure il compenso messo in campo per la direzione artistica.
E neppure i vincoli artistici previsti dalla legge per attori e registi, Come fare allora? «La scelta verrà fatta entro agosto», assicura il presidente Budin. E non si escludono, arrivati a questo punto, delle vere e proprie audizioni dei candidati da parte del cda del Rossetti (formato da Budin, Giuliano Abate, Fabia Bensi, Flavia Leonarduzzi, Chiara Valenti Omero). «Difendo la linearità e serenità della procedura. Vogliamo fare una scelta su basi documentate. Chiederemo ai cinque candidati di spiegare il loro progetto e di indicare la loro visione. Chiederemo a tutti un confronto per essere più oggettivi possibili», assicura il presidente che non conferma ne smentisce la composizione della magnifica cinquina. Il toto candidati non manca. Franco Però è dato per favorito da tempo: godrebbe dell’appoggio del Comune e della Regione. Ma si sa, chi entra Papa esce cardinale. C’è sempre un Però. Branciaroli è sicuramente un nome che non si discute. Il nome di prestigio che cerca Budin e in grado di garantire una soluzione di continuità con Calenda. Il problema sono gli impegni artistici che lo tengono ancorato a Brescia. Navone è l’outosider con il pedigree della scuola Grassi di Milano (e quindi con un’aurea di Strehler). Vernelli è il correttivo locale al Rossetti. Bordon, invece, è un ritorno al passato remoto. Una scelta da ultime lune. La più romantica forte.
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