Trieste: Campo Marzio dà l’addio a “Mario”

TRIESTE Benvenute nuove strutture, addio vecchie trattorie. Non si è neanche riusciti a metabolizzare l’imminente avvio di Eataly che già il mondo della ristorazione locale deve mandare a referto una nuova perdita.
Quasi simbolicamente domenica scorsa, mentre il caravanserraglio della Barcolana chiudeva ad uno ad uno i gazebi, anche la Trattoria da Mario di via Campo Marzio 2 tirava giù le serrande per l’ultima volta.
Era un posto storico come può esserlo un locale che Mario Cociancich aveva aperto nel lontano 1972, e dunque ben 44 anni fa. Dapprima da solo e poi con l’aiuto del figlio Alessandro, lo aveva condotto abilmente tra i flutti delle crisi vere o presunte e soprattutto tra le indecisioni e i capricci del comparto della ristorazione.
Una trattoria fatta di clienti abituali, in massima parte e, negli ultimi anni, anche di molti turisti, dopo l’apertura di un ampio spazio esterno, il primo per chi si affaccia sul lungomare cittadino provenendo dalla Grande viabilità. Una cinquantina di coperti suddivisi in una serie di tavoloni vista Sacchetta.
Molto apprezzati nella bella stagione, come del resto un menù che parlava del Golfo e dava ampio spazio a sardoni, girai e calamari, schile e orate, gustosi primi che rispettavano la tradizione del territorio, pesci da porzione o piatti di carne per gli incontentabili.
La decisione di chiudere, peraltro, non ha niente a che vedere con la congiuntura attuale ma rientra nella ristutturazione che il palazzone compreso tra Campo Marzio, via Economo e Riva Ottaviano Augusto sta subendo, e ha già portato ad almeno un’altra, triste perdita, quella del Bennigan’s Pub.
In pratica con la chiusura di “Mario” la ristorazione è stata azzerata in quel palazzone.
Il primo a cedere era stato l’Ottaviano Augusto, passato negli anni in mezzo a varie gestioni disastrose prima della chiusura definitiva. A seguire sono arrivati gli altri, e adesso sul gigantesco complesso grava un enorme punto interrogativo.
Non risolto dal proprietario, De Luca, che dichiaratamente parla malvolentieri di quella che sarà la futura destinazione dell’immobile. «È una casa che ha quasi 200 anni, aveva bisogno di essere ristrutturata. Cosa ne faremo? No comment, ci sono delle cose in essere, stiamo valutando delle ipotesi...».
Le “cose in essere” , stando ad alcune indiscrezioni, dovrebbero riguardare la possibile realizzazione di una maxi-pizzeria, che accorperebbe gli ambienti del Benningan’s e dell’Ottaviano Augusto, entrambi attualmente vuoti e portati “a vivo”, al puro cemento.
Si era anche parlato di una catena veneta tra i possibili interessati, ma De Luca non conferma. «Quando i lavori saranno finiti, tutti potranno vedere», chiosa.
Intanto, portone dopo portone, locale dopo locale, Trieste perde un altro pezzetto della sua storia. E i ritorni al passato, ormai, si possono vedere solo al cinema.
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