Trieste, dai bonus a chi si sposa al pacchetto baby sitter

Viaggio tra le ricette dei candidati sindaci su assistenza e lotta alla povertà. Rosolen lancia i nidi gratis per i residenti. Marchesich detassa le pensioni
Trieste, una città con sempre meno bimbi
Trieste, una città con sempre meno bimbi

TRIESTE «La qualità della vita si misura anche dalla felicità del cittadino. Quanto siamo felici?». La domanda si trova nel programma del candidato sindaco Nicola Sponza (Uniti per Trieste). Le risposte, o meglio le ricette per la felicità, non sono univoche. La Zona franca integrale potrebbe essere il primo passo verso il paradiso in terra.

Comunali 2016: le interviste Fb live ai candidati a sindaco di Trieste VIDEO
Il municipio di Trieste

Il Territorio libero, invece, si annuncia come il Paese di Bengodi. «Abbiamo una cifra superiore ai 4 miliardi che se ne va nelle casse dello Stato italiano - si legge nel programma di Vito Potenza -. Con una tale cifra, il Territorio non solo potrebbe farcela a sopravvivere, ma diventerebbe di fatto ricco. E con esso tutti i suoi cittadini».

Un colpo di spugna sulle tasse italiane risolverebbe, insomma, ogni problema del Welfare. La detassazione rende felici. Potenza promette pensioni liberate dall’Irpef come quelle dei residenti all’estero. L’indipendentista storico Giorgio Marchesich rilancia rivendicando «le pensioni detassate per i cittadini» («in quanto “de iure” Trieste è Territorio libero») e istituendo «il reddito di cittadinanza alle famiglie meno abbienti».

Non è facile parlare di Welfare. Non si contano le proposte di assessorati dedicati e di sportelli per tutti (giovani, famiglie, anziani). Fabio Carini (Startup Trieste) propone anche uno sportello “volontariato” oltre all’assessorato ai giovani con annesso sportello. Non mancano i criteri discriminanti. Sponza, per esempio, propone di introdurre «il criterio dell’anzianità di residenza, oltre a quello del reddito, per l’accesso ai servizi sociali».

Elezioni comunali 2016, urne aperte due ore in più
Elettori al seggio

Il candidato del centrodestra Roberto Dipiazza suggerisce il criterio degli almeno 10 anni di residenza sul territorio per essere “i primi a ricevere aiuto in caso di necessità”. L’ex sindaco annuncia poi la «concessione di prestiti senza interessi per le famiglie che si sposano e rimangono sposate e per i figli che nascono».

In compenso promette l’eliminazione immediata del “gioco del rispetto”, la chiusura del registro per le Dat (dichiarazioni anticipate di trattamento) e del registro dei matrimoni omosessuali all’estero, uscita del Comune di Trieste dalla rete ReADy (rete nazionale delle pubbliche amministrazioni anti discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere).

Trieste, l’assalto dei 1.325 ai parlamentini rionali
Il municipio di Trieste

Roberto Cosolini, sindaco uscente candidato per il centrosinistra, lo rivendica in ogni occasione. Un vero fiore all’occhiello. «Trieste prima in italia per investimenti nel sociale” (fino a 550 euro al mese di sostegno ai redditi più bassi, 178mila ore di assistenza e 238.088pasti a domicilio per gli anziani). Il sindaco uscente promette di continuare in questo impegno annunciando anche un servizio di pronto intervento baby sitter.

Una favola secondo, invece, Marino Sossi (Sì Sinistra per Trieste) che propone un “welfare di condominio” oltre a un assessorato ai beni comuni: «Le 4600 domande presentate (dato di aprile) per il sostegno al reddito sono la dimostrazione che c’è poco da esultare quando qualcuno para trionfalmente di “Trieste capitale della spesa sociale”». Autocritica radicale.Sossi lancia anche un allarme demografico: «In poco meno di 40 anni Trieste ha perso circa 70mila abitanti (994 nell’ultimo anno)».

La Provincia estinta “assalta” il Comune di Trieste

Un dato che preoccupa Alessia Rosolen (Un’Altra Trieste Popolare) che lancia «la natalità a costo zero, proponendo una vera rivoluzione sociale, culturale ed economica»: «Abbiamo perso 15mila triestini in 10 anni. Il crollo delle nascite è un’emergenza sociale su cui intervenire immediatamente. Nel 2015 abbiamo toccato il fondo: solo 1249 nuovi nati, ma i le culle di Trieste erano rimaste così desolatamente vuote. Se il Comune non interviene, da subito, per aiutare i giovani e le giovani coppie, condanna i triestini all’estinzione».

Uno scenario apocalittico. «Trieste rischia di diventare un’enorme casa di riposo». Che fare allora? «Trieste - spiega Rosolen - merita un sistema educativo gratuito: nidi (anche condominiali), asili Sis e mensa scolastica gratis per le famiglie residenti a Trieste. Con un primo budget di 6 milioni di euro preso dai dividendi e utili generati dalle società partecipate dal Comune». Ovviamente senza ideologie gender con alloggi per genitori separati, registro della bigenitorialità (e pure dei pedofili), consultori per le famiglie.

Trieste, la disfida dei cattolici tra Dipiazza e Cosolini
Il municipio di Trieste

Sull’integrazione del reddito punta molto il Movimento 5 Stelle con Paolo Menis. «Il Comune integrerà il sostegno al reddito regionale con le risorse derivanti dall’eliminazione degli sprechi». Il M5S propone anche il baratto amministrativo introdotto dal decreto Sblocca Italia (ovvero la possibilità di estinguere il debito tributario prestando servizio per il Comune». Paolo Menis, alla pari di Iztok Furlanic (Sinistra unita), contesta la disparità della politica regionale che attribuisce a Trieste una cifra giornaliera per le rette delle case di riposo molto inferiore al resto della regione.

L’emergenza povertà è invece al centro del programma di Maurizio Fogar (No Ferriera. Sì Trieste): «Oltre 25mila triestini vivono sotto la soglia di povertà. Inaccettabile. Non n solo soldo, tolte le spese correnti, vada destinato ad altro». Non basta, insomma. la salute.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo