Trieste, pioggia di bonus in busta paga a chi stana i furbetti dell’Imu

Il Comune rivede la formula degli incentivi ai dipendenti impegnati nei controlli. Assegni da 500 a 7mila euro
Il Comune ha avviato l’operazione tolleranza zero contro chi non paga le imposte sugli immobili
Il Comune ha avviato l’operazione tolleranza zero contro chi non paga le imposte sugli immobili

TRIESTE Il municipio dichiara guerra agli evasori. Lo fa riorganizzando il sistema di incentivi per gli acchiappa-furbetti, vale a dire la pioggia di bonus che il team di dipendenti comunali - una cinquantina in tutto - intasca sui soldi che riesce a recuperare su Ici non ancora pagate, l’ex tassa sugli immobili sostituita oggi dall’Imu.

Sono milioni di euro che di anno in anno vengono rintracciati. D’ora in avanti un singolo impiegato o dirigente potrà ottenere da un minimo di 500 a un massimo di 7 mila euro annui. Con la nuova delibera della giunta Cosolini la ripartizione segue modalità più eque: la torta verrà suddivisa con un altro metodo di calcolo delle percentuali. In questo modo non ci saranno più soltanto pochi fortunati con super tesoretti (si poteva arrivare anche a 30mila euro) in busta paga, e molti colleghi con bonus irrisori.

L’intervento è frutto di un accordo tra l’amministrazione e i sindacati, con tanto di pre-intesa stipulata a livello di contratto collettivo integrativo. La norma di riferimento, la n°446 del 1997, è nazionale perché è lo Stato a prevedere un meccanismo di compensi per il personale addetto ai servizi tributari. E non solo: alla torta partecipano non solo quanti si occupano di Ici-Imu, ma tutti i dipendenti che in forme diverse entrano a far parte della grande caccia all’evasore su tutte le forme di tassazione, quindi Tarsu, Tares, Tari, Tasi, Cosap.

Dunque tutti coloro che, nei vari uffici di piazza Unità, gestiscono verifiche, controlli, rendicontazioni e accertamenti. Compresa la Polizia municipale. Il motivo è chiaro: «L’incentivazione – precisa la documentazione allegata alla delibera – è finalizzata a potenziare l’attività degli Uffici tributari». In altri termini, più recuperi più guadagni. Un modo per aumentare la produttività dei dipendenti preposti. Le cifre per ciascun comunale sono calcolate sugli incassi ottenuti effettivamente e ai quali si applica un meccanismo a percentuale.

A Trieste 100 piscine fantasma
Una veduta di Trieste dal faro della Vittoria

Non sono pochi i soldi che il municipio intende ottenere di anno in anno. E spesso ce la fa, proprio grazie ai bonus. Lo storico sui flussi di cassa dell’Ici lo dimostra: nel 2011 "Palazzo Cheba", stando ai dati snocciolati dall’assessorato all’Organizzazione e Risorse umane che fa capo a Roberto Treu, aveva emesso avvisi di riscossione per un totale di 2 milioni e 998 mila euro, incassandone 1 milione e 630 mila.

Nel 2012 era andata meglio: su 1 milione e 645 mila euro mancanti, erano ritornati ben 1 milione e 240 mila in tutto. Una performance che però non si è ripetuta nel 2013, quando su 3 milioni e 251 mila euro di ammanco ne è riapparsa meno della metà. Analogamente al 2014, ma su una somma di oltre 2 milioni attesi.

Delle risorse che ritornano, i dipendenti si spartiscono il 12%. Ora funziona così: di questa fetta, come riassume lo stesso assessore Treu sintetizzando un meccanismo non proprio semplicissimo, il 50% spetta a 22 persone; sono quelle ritenute “in prima linea” nella lotta all’evasione, come i funzionari, le posizioni organizzative, ma anche semplici impiegati. In sostanza coloro i quali sono alle prese con gli accertamenti diretti. Un ulteriore 25%, precisa ancora Treu, si concede al gruppo “di supporto” all’attività.

«Tarsu inevasa a meno dell’1% Alta la capacità di riscossione»
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Sono altre 25-30 persone, a seconda delle necessità. L’ultimo quarto della fetta viene poi suddiviso al primo gruppo, quelli in “prima linea”, sulla base degli obiettivi effettivamente raggiunti individualmente. I dipendenti del primo team, specifica l’assessore, possono raggiungere da un minimo di 2.892 euro a un massimo di 7mila.

Più bassa la somma che riescono a portarsi in dote i comunali del “secondo gruppo”, che spesso svolgono funzioni ausiliarie: qui si guadagna da un minimo di 521 euro a punte di 2.605, con medie che si aggirano attorno agli 800 euro a persona. «Prima erano soltanto poche le persone che potevano beneficiare di questi incentivi previsti dallo Stato – ci tiene a puntualizzare Treu – tanto che alcuni ottenevano anche somme di circa 30 mila euro all’anno. Si premiavano, e molto, soltanto alcuni. Ora il sistema è più equo e organizzato».

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