Vaccini obbligatori in asilo, il governo approva Trieste

TRIESTE. «Una scelta molto coraggiosa e molto condivisibile». È una promozione a pieni voti quella espressa dal governo, per voce del sottosegretario alla Sanità Vito De Filippo, nei confronti del Comune di Trieste, primo in Italia ad aver introdotto i vaccini obbligatori per i bimbi iscritti all’asilo.
Una scelta che il braccio destro del ministro Lorenzin spera possa essere imitata anche da altre città italiane. «Quando vediamo che territori come l’Emilia e Trieste calano azioni così determinate, non possiamo che essere soddisfatti. La copertura vaccinale nel Paese è scesa pericolosamente anche a causa di una straordinaria disinformazione sul tema.
Basta pensare che il 35% dei siti che parlano di vaccini sono contro i vaccini stessi. Dobbiamo far capire alle famiglie che non esistono rischi per i loro bambini: quella delle vaccinazioni è stata una delle grandi rivoluzioni che hanno interessato l’Italia al pari dell’acqua potabile».
Infine un messaggio forte e chiaro rivolto alla Regione che, finora, aveva sempre chiarito di considerare l’opzione dell’obbligatorietà dei vaccini come l’extrema ratio e di voler privilegiare la strada dell’informazione.
«Quello sicuramente è il primo passo da compiere, ma rischia di non essere sufficiente - conclude De Filippo -. Dobbiamo combattere con gli strumenti più efficaci questo “tsunami” della disinformazione».
Musica per le orecchie degli esponenti dell’opposizione come la forzista Sandra Savino, che definisce l’iniziativa del Comune di Trieste «scelta intelligente». Ma Maria Sandra Telesca, su un tema che diventa in fretta materia da botta e risposta, invita a non strumentalizzare: «Le vaccinazioni, e in generale la protezione sanitaria dei bambini e di tutta la popolazione, non devono diventare arma di scontro politico».
L'assessore regionale alla Salute non contesta, non si oppone, ma chiarisce: «Abbiamo sempre tenuto aperta l’opzione di introdurre l’obbligatorietà a livello regionale, ma in prima istanza vogliamo percorrere la strada dell'informazione, della persuasione e del coinvolgimento. Su questa strada - prosegue -, i medici e gli operatori sanitari svolgono un ruolo fondamentale nello stabilire e mantenere un impegno costante nella comunicazione, tenendo alta la fiducia nelle vaccinazioni».
I dati che collocano Trieste sotto la soglia di guardia del 95%, tanto che Roberto Dipiazza parla di «pericoloso campanello d'allarme»? Telesca ricorda il percorso regionale di sensibilizzazione: «È già stato convocato un incontro con l'Ordine dei medici, vedremo anche i pediatri di libera scelta, i medici di medicina generale e le ostetriche, e faremo in modo di coinvolgere e stimolare pure i professionisti in questa campagna.
Abbiamo, non da oggi, l'obiettivo di alzare sensibilmente le percentuali dei bambini vaccinati in regione. E seguiamo da vicino quanto si sta sviluppando a livello di legislazione nazionale - conclude l'assessore -, in particolare l'ipotesi avanzata dalla presidente della commissione Igiene e Sanità del Senato, Emilia Grazia De Biasi, di una legge in cui l'elemento prescrittivo sia in equilibrio con quello culturale e di responsabilità sociale».
Da parte del centrodestra arriva al contrario un plauso incondizionato alla decisione della maggioranza triestina. «Scelta intelligente», dice appunto la segretaria regionale di Fi Savino, «visto che la salute pubblica deve prevalere su assurde convinzioni che non hanno riscontri scientifici». Ma anche una scelta «logica».
Non a caso, insiste Savino, «l'Emilia Romagna ha fatto un intervento deciso, peraltro incassandosi l'appoggio di Serracchiani. Visto che proprio l'assessore Telesca ha detto che la questione non va strumentalizzata politicamente, auspico che sostenga con forza l'iniziativa dell'amministrazione giuliana anche se non è del suo colore politico».
Deciso anche Dipiazza: «Sono i sindaci e le giunte comunali che devono avere il coraggio di fare le scelte, esercitando le proprie prerogative e senza tentennamenti in attesa di provvedimenti calati dall'alto». Scelte, rimarca il sindaco, «da prendere nell'interesse dei cittadino. Che Trieste sia il primo Comune d'Italia a volere le vaccinazione obbligatorie dei bambini per accedere agli asili, mi auguro venga preso come esempio».
Perché le vaccinazioni, «oltre a garantire la protezione individuale dei nostri bambini, riducono il rischio di contrarre le malattie fra gli altri componenti della comunità dato che si abbassa la possibilità di trasmissione dell'agente patogeno».
Dall'assessore Brandi arriva infine un richiamo alla Regione«: «Abbiamo adottato l'obbligo della vaccinazione per i bambini che frequentano gli asili comunali e convenzionati a Trieste per superare l'inerzia di un'amministrazione Fvg per quale questa decisione deve essere uno stimolo a legiferare».
Chiusura con stoccata: «Serracchiani da una parte plaude all'iniziativa dell'Emilia Romagna, ma dall'altro non ha finora avuto il coraggio di fare in Fvg quello che invece ritiene giusto per altre regioni».
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