Teatro Rossetti di Trieste, viaggio fra gli spettacoli di prosa proposti nella stagione 2025-26

Un programma pensato per soddisfare la moltitudine di pubblici che caratterizza la società contemporanea

Roberto Canziani
La compagnia di "Crisi di nervi" con al centro Peter Stein
La compagnia di "Crisi di nervi" con al centro Peter Stein

Anni fa, Franco Branciaroli spiegava così la sua formula per fare uno spettacolo teatrale perfetto. “Ci vogliono: regista con i fiocchi, titolo con i fiocchi, interpreti con i fiocchi ”. L'attore usava un linguaggio più colorito - ve lo potete immaginare - ma la sostanza non cambia. A mettere insieme il meglio non si sbaglia mai. Sembra facile, ma facile non è.

Oggi potremmo riscriverla diversamente, la sua formula. Regia, interpreti, titolo devono essere qualcosa che piaccia al pubblico. Anzi, ai pubblici, perché in una stessa serata, in una stessa sala, convivono sempre diversi tipi di pubblico. Diversi per età, per competenza culturale, per abitudine al palcoscenico. Diversi anche soltanto per questioni di gusto. La cosa sembrerebbe facile anche stavolta, ma facile non è. Sfogliate, per capire meglio come si assembla oggi una stagione teatrale, il libretto di quasi 150 pagine che accompagna e illustra il cartellone 2025-2026 del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.

Una sorta di scrigno che raccoglie 96 titoli. Quasi il numero tondo che, se raggiunto, avrebbe dato ancora più soddisfazione a Paolo Valerio, direttore artistico che li ha messi insieme per “i pubblici” del Rossetti. Ma il teatro non è un luogo per tagliare traguardi. Il programma va invece tagliato sulla misura delle attese dei “pubblici”.

Valerio presenta la nuova stagione del teatro Il Rossetti di Trieste: «La nostra casa dei sogni»
Paolo Valerio, 64 anni, dal 2001 direttore del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia, fotografato all’interno del Politeama Rossetti di Trieste. La sala fu costruita nel 1878. Foto di Simone Di Luca

Qui di seguito si parla di quel genere di spettacolo che nel secolo precedente si chiamava prosa. Ciò che oggi convive, quasi in concorrenza, con i musical, la danza, i grandi eventi della musica.

A raccontarci come prosa e teatro contemporaneo conquistino oggi la scena, sono alcuni degli interpreti “maiuscoli” della stagione 2025-2025, quelli che Il Piccolo ha intervistato proprio per questo inserto. Da Simone Cristicchi a Alessandro Haber, da Stefano Accorsi a Luca Marinelli. Poi, c'è anche Stefano Massini.

Ma accanto a loro c'è pure la grande varietà di titoli che soddisfa le aspettative di quella varietà di spettatori che a partire dal prossimo mese frequenteranno, ciascuno a suo modo, la sala principale e la sala Bartoli del Rossetti.

Titoli che risuonano per importanza, di autore e di regia. “Il gabbiano” di Cechov (regia di Filippo Dini), “Il lutto si addice ad Elettra” di Eugene O'Neill (regia di Davide Livermore), “La gatta sul tetto che scotta” di Tennessee Williams (regia di Leonardo Lidi). Ancora un Cechov, anzi, ad essere precisi, tre dei suoi atti unici (regia di un antico maestro del teatro europeo, Peter Stein).

“Autoritratto”: Davide Enia si rivolge ai mondi mafiosi della sua Sicilia
“Autoritratto”: Davide Enia si rivolge ai mondi mafiosi della sua Sicilia

Ma anche titoli meno clamorosi, che celano tuttavia visioni taglienti su questa nostra problematica Italia contemporanea. “La traiettoria calante” del giovanissimo (24 anni) Pietro Giannini, racconta nei modi del monologo civile il tragico e colpevole crollo del Ponte Morandi a Genova. Così come fa Davide Enia in “Autoritratto”, rivolgendosi ai mondi mafiosi della sua Sicilia. “Verba manent”, di Fabrizio Pugliese e Fabrizio Saccomanno, porta alla luce un geniale e sconosciuto matematico pugliese, Ennio De Giorgi. Da scoprire.

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La “Breve enciclopedia delle porte” invita ad apprezzare il talento compositivo di una compagnia italiana più conosciuta in Europa che in patria, I Gordi. Mentre , “Apocalisse tascabile” di Guerrieri & Fettarappa introduce alla ruvida comicità della Generazione Z.

“First Love” di Marco D'Agostin apre il Rossetti, per la prima volta, a un protagonista di una tendenza che sempre di avvicina coreografia e teatro.

Un pubblico abituato allo zapping tra canali cinematografici e televisivi troverà certo in “Fantozzi” una trama facile da prefigurare. Ma chi ama leggere libri speciali, intuirà dietro “Esercizi di stile” lo stile di Raymond Queneau.

Esercizi di stile” tratto dall'omonima opera di Raymond Queneau
Esercizi di stile” tratto dall'omonima opera di Raymond Queneau

Ci sono titoli che, in qualche modo, si spiegano da soli: Pinocchio, Odissea. Ma a volte è il punto di vista che autori e performer ci mettono, a renderli speciali. Come Gaber. Mi fa male il mondo per le corde vocali di Neri Marcorè. O Sissi l'imperatrice, riscritta per il teatro da Roberto Cavosi. E parlando proprio di lei, icona per eccellenza di quella austro-nostalgia, che pervade la Trieste del turismo, spicca comunque nel cartellone il ruolo storico e contemporaneo della città, dei suoi personaggi degli eventi.

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Il tema attraversa l'intera programmazione a partire dalla data inaugurale, quella di “Trieste 1954”. Ma anche con la ripresa di “26 ottobre, un mare di ombrelli”. Con una nuova edizione della sveviana Rigenerazione. Con “Quelli di Basaglia... a 180°” e con SvevoJoyce#ZenoBloom, confronto serrato tra autori e personaggi della più illustre letteratura “triestina”.

La coppia Falzarano - Godina racconta l’amicizia tra Svevo e Joyce. Foto Simone Di Luca
La coppia Falzarano - Godina racconta l’amicizia tra Svevo e Joyce. Foto Simone Di Luca

Non è che una piccola parte - questa carrellata - delle 96 proposte di stagione. Una programmazione che si distende tra il prossimo 7 ottobre e gli ultimi giorni di maggio, per dare risposta, oppure per sollecitare il piccolo eppure importate gesto di libertà (ma anche di ribellione alla routine) che convince la gente, la sera, ogni tanto, a infilare le scarpe e a uscire. Per andare a teatro. —

 

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