Un’attesa senza fine per l’erede di Miracco: sfida Barbo-Tassinari

Più lunga del previsto la caccia al nuovo assessore alla Cultura Cosolini alla stretta finale giura: domani comunicherà il nome
Franco Miracco e Roberto Cosolini al Salotto Vienna per il congedo
Franco Miracco e Roberto Cosolini al Salotto Vienna per il congedo

«Un mese e mezzo senza assessore alla Cultura in Comune e in Regione? Godiamoci il momento». La battuta circola in rete. E il godimento si è allungato oltre ogni aspettativa. In Regione il congelamento di Gianni Torrenti è diventato un’ibernazione. A Trieste la mancanza non si nota visto che, nel caso del dimissionario Franco Miracco, è la prosecuzione di un’assenza che, a causa di problemi di salute, è durata parecchi mesi. L’annuncio dell’addio dell’assessore veneto ed ex portavoce di Gianfranco Galan era stato dato dal sindaco Roberto Cosolini il 5 agosto nella certezza di incassare le dimissioni a Ferragosto. «Sceglierò velocemente il nuovo assessore dopo il 20 agosto» aveva annunciato il primo cittadino con l’intenzione di non stare troppo sulla graticola politica.

Miracco lascia la cultura: giunta Cosolini di nuovo zoppa
Franco Miracco, assessore comunale alla Cultura uscente

Per la Cultura quasi una maledizione: siamo al quarto cambiamento in poco più di tre anni contando anche l’interim del sindaco con Miracco consulente. Una giunta dalla porta girevole. Il problema è che le dimissioni annunciate dell’assessore sono arrivate l’11 settembre con la scusa di un congedo all’altezza nel contenitore del Salotto Vienna. «Di chi verrà dopo parleremo nei prossimi giorni», aveva promesso il sindaco. Una questione di eleganza. Ma i giorni passano e il nuovo assessore latita. «Lo presenterò venerdì (domani, ndr) in conferenza stampa», è l’ultima promessa del sindaco. Come dire che il nuovo assessore sarà presente allo stato generale dei teatri convocato in tutta fretta per lunedì prossimo dal sindaco per analizzare gli effetti epocali della “riforma Franceschini”.

In ballo c’è persino una fusione tra lo Stabile Rossetti con il Css di Udine per ambire al ruolo di Teatro nazionale. «All’incontro con i teatri di lunedì ci sarà il nuovo assessore», aggiunge Cosolini che non vuole fare nomi. «Ho un incontro determinante stasera (ieri, ndr)». Ma i nomi sono circolati in queste settimane sono diversi.

«Per la cultura a Trieste lascio un disegno chiaro: Carciotti al centro»
Franco Miracco

Alcuni candidati alla luce del sole come l’ex assessore Pd Fabio Omero (non dispiacerebbe al presidente comunista del Consiglio comunale Iztok Furlanic, ma neppure a parte del centrodestra) o il “civico” Patrick Karlsen. Nella rosa “rosa” sono finite Chiara Valenti Omero (Maremetraggio e Cda del Rossetti) e Barbara Franchin (Its). Un pensiero è stato fatto per Gabriele Centis (Casa della Musica) che ha il merito di aver tenuto in piedi il cartellone di TriestEstate con pochissime risorse e un TriesteLovesJazz di alto livello. Tra i papali è circolato anche il nome dell’architetto Giovanni Damiani (Pd) che ha messo la firma sul Salotto Vienna all’ex Pescheria.

Ma in realtà la partita finale resta a due. Da una parte la scelta “politica” del consigliere comunale del Pd, corrente cuperliana, Giovanni Barbo (appassionato di musica e cinema), figlio d’arte (il padre Tarcisio è stato presidete regionale del partito). Dall’altra la scelta tecnica e “naif” di Paolo Tassinari, designer triestino di livello mondiale. Non ha detto di no all’idea di impegnarsi per la sua città dopo aver ridisegnato, per esempio, la segnaletica del Colosseo. In una delle sue rare intervisti non si era sottratto a un giudizio sulla giunta Cosolini arrivata a metà mandato: «Il sindaco e la giunta si sono trovati a lavorare in una situazione molto difficile; si sono mossi con grande capacità su alcuni temi, sono carenti su altri». Quali? «La cultura», ha risposto con sicurezza Tassinari. Come inizio da assessore non sarebbe niente male.

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